Il progetto sulla “salute” del cielo che vuole sensibilizzare i Comuni
Gli alunni del Cattaneo di Castelnovo Monti al lavoro con il Parco nazionale
“Cielo e Stelle d’Appennino” è il progetto per monitorare la qualità del cielo notturno che gli studenti della 5ªG del corso Informatica e Telecomunicazioni dell’istituto Cattaneo Dall’Aglio di Castelnovo ne’ Monti, guidati dal professor Fabrizio Silvetti e dall’astrofisico Pierluigi Giacobazzi, hanno avviato con il supporto del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, co-promotore dell’iniziativa. Obiettivo quello di monitorare la qualità del cielo notturno nel Parco, raccogliendo dati per sensibilizzare gli enti locali sui danni dell’inquinamento luminoso. I danni per la salute L’inquinamento luminoso è l’alterazione dei livelli di illuminazione naturale notturna causata da fonti luminose artificiali di origine antropica, dunque relative all’attività dell’uomo, con gravi conseguenze per la salute umana e l’ambiente. Esposti a questa luce, come sottolineato nell’Atlante mondiale dell’inquinamento luminoso di Fabio Falchi, gli esseri viventi possono andare incontro a disturbi del sonno e vedere aumentato il rischio di insorgenza di malattie come il diabete e alcuni tumori. Inoltre, l’inquinamento luminoso impatta negativamente sulla fauna, alterando comportamenti vitali di molte specie animali. Esso rappresenta una delle forme più pervasive di alterazione ambientale, colpendo anche aree apparentemente incontaminate. Queste informazioni sottolineano l’importanza di preservare il buio naturale per il benessere umano e ambientale.
Fotometri nel Parco
Il progetto è nato da un’idea dell’astrofisico e divulgatore Pierluigi Giacobazzi durante un incontro di osservazione stellare e si propone di preservare l’esperienza del cielo notturno, oggi minacciata dalla crescente presenza di luci artificiali. Al centro dell’iniziativa vi è l’utilizzo di fotometri di precisione, strumenti capaci di misurare la luminosità del cielo. Gli studenti hanno installato fotometri SQM-LE in vari punti del Parco, come il Passo di Pradarena e la Pietra di Bismantova a Castelnovo ne’ Monti. Questi dispositivi misurano la qualità luminosa del cielo e i dati vengono registrati e inviati a un database online grazie a un microcomputer Raspberry. Oltre ai fotometri fissi, viene utilizzato anche un dispositivo mobile, il sensore Uranus, per effettuare misurazioni manuali. Questo strumento rileva la luminosità del cielo, la copertura nuvolosa e la posizione gps. I dati raccolti vengono inseriti nel database tramite un’applicazione C# (o C Sharp ovvero un linguaggio di programmazione multi-paradigma che supporta tutti i concetti della programmazione orientata agli oggetti) sviluppata dagli studenti, che permette di scegliere quali valori inviare. Inoltre è stato creato un sito per l’inserimento manuale delle informazioni (per dettagli visitare il sito funlab.info e cercare “Cielo e Stelle d’Appennino”).
Obiettivo: interventi reali
Gli studenti sono stati suddivisi in gruppi con vari compiti, ognuno focalizzato su aspetti diversi, come la raccolta dei dati, la visualizzazione grafica e la documentazione del progetto. Grazie alla collaborazione del Parco Nazionale, si spera che i dati raccolti possano portare a interventi pratici, come l’adozione di sorgenti luminose a basso impatto e la riduzione dell’intensità della luce nelle ore notturne. In conclusione, “Cielo e Stelle d’Appennino” rappresenta un passo importante verso la sensibilizzazione e la tutela del patrimonio notturno, evidenziando come la luce artificiale possa compromettere un’esperienza fondamentale: l’osservazione e la contemplazione del cielo stellato.
*Studente dell’istituto Cattaneo-Dall’Aglio di Castelnovo ne’ Monti
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