Crisi Meta System, sciopero a oltranza dei lavoratori
Senza i 170milioni dell’imprenditore cinese rischiano 450 dipendenti reggiani
Reggio Emilia Presa di posizione importante da parte dei lavoratori della Meta System, che hanno indetto lo sciopero a tempo indeterminato e un presidio permanente davanti alla sede dell’azienda. È quanto è stato deciso dalle due riunioni, davvero molto partecipate, che sono avvenute lunedì tra gli stessi lavoratori e i sindacati Fiom Cigl e Uilm e Uil. Ricapitoliamo la situazione. A fine settembre, la stessa Meta System, azienda storica che si occupa di componenti elettronici per il settore automobilistico, aveva fatto sapere di aver sottoscritto un accordo con un nuovo investitore per dotare la società delle risorse necessarie all’esecuzione del piano industriale di crescita e sviluppo. L’accordo parlava di 170milioni di euro portati da un imprenditore cinese. La nota specificava che «l’ingresso nel capitale sociale di Meta System è soggetto ad una particolare procedura autorizzativa che richiede specifiche tempistiche».
Ad oggi, però, questi 170 milioni di euro, come emergerebbe dal rapporto del commercialista Bruno Bartoli, incaricato dalla Camera di Commercio di Bologna di seguire il tutto non sono arrivati. Il Tribunale di Reggio ha dunque rigettato l’istanza di misure protettive nei confronti dell’azienda. In questo clima di estrema incertezza, ci sono finiti i lavoratori. «Non si è mai vista una fabbrica di queste dimensioni con questa crisi nel nostro comune – spiega Simone Vecchi, segretario Fiom Reggio Emilia –. Bisogna tornare indietro di diversi anni prima di trovare un’altra azienda nel territorio in questa situazione e con oltre 450 dipendenti». Per la precisione, sono 460 nella sede reggiana e 150 in quella di Mornago, in provincia di Varese. Per un totale di 610 lavoratori, che rischiano il loro posto. L’incontro con l’azienda avverrà il 16 dicembre, e dall’assemblea sono emerse cinque richieste che verranno portate all’attenzione: «Chiediamo il blocco del licenziamenti e di firmare un nuovo accordo di solidarietà per l’anno 2025. Chiederemo alla direzione di mantenere integra l’azienda e di non fare uno spezzatino. Inoltre, abbiamo richiesto che venga fatta una trattativa in trasparenza al ministero del Made in Italy, anche con i potenziali acquirenti, a garanzia della continuità aziendale e di tutti i posti di lavoro» conclude Vecchi. l M.A. © RIPRODUZIONE RISERVATA