Consumo del suolo: Reggio Emilia è quinta in Italia
Secondo il rapporto 2024 dell’Istituto per la ricerca ambientale: il balzo in avanti è dovuto ai lavori per la Statale 9 e al parco della Reggia di Rivalta
Reggio Emilia Misura 43 ettari, pari a 430mila metri quadri, il territorio comunale che da verde è divenuto grigio nel solo 2023, aggiungendosi ai quasi cinquemila ettari, circa il 22% della superficie complessiva, già coperti da cemento e asfalto. Fra le città italiane Reggio Emilia è al quinto posto per l’incremento del suolo consumato, al terzo fra i capoluoghi con più di centomila abitanti. La nostra provincia non è in condizioni migliori sotto questo profilo, avendo 25mila ettari edificati o bitumati, l’11% del totale. Lo certifica il rapporto 2024 dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che attribuisce la maglia nera all’Emilia Romagna. Secondo Ispra il balzo in avanti della nostra città è dovuto essenzialmente a due interventi di interesse pubblico: «Confermando le tendenze dell’ultimo periodo – scrive l’istituto – le trasformazioni da suolo naturale ad artificiale sono legate principalmente ai cantieri per la realizzazione della strada statale 9 (la tangenziale) e ai lavori di riqualificazione del parco della Reggia Ducale di Rivalta, con aree temporaneamente consumate e che in previsione verranno rinaturalizzate».
Piccole e grandi opere
In effetti, il quadro cambia se ci si limita a considerare le nuove costruzioni private, le sole per le quali il Comune percepisce gli oneri di urbanizzazione. Nel 2023 questi tributi sono diminuiti del venti per cento rispetto al 2022. La loro entità è la metà di quella incassata nel 2013, prima che la crisi dell'edilizia toccasse il fondo. Nel primo decennio del nuovo secolo Reggio aveva conosciuto la più grande espansione urbana a livello regionale. Poi la cementificazione invasiva e il calo vertiginoso della domanda di alloggi in proprietà hanno spinto la Regione e le amministrazioni comunali a puntare piuttosto sulle ristrutturazioni del patrimonio abitativo esistente. Nel 2015 il Piano di rigenerazione urbana della nostra città prevedeva la riconversione a terreno agricolo di 135 ettari, pari al 30% del terreno edificabile. Erano stati gli stessi proprietari, in alcuni casi, a manifestare l’intenzione di riconvertire all'agricoltura i terreni rimasti invenduti a causa della crisi. Da allora molte imprese edili sono sopravvissute grazie ai bonus e superbonus finalizzati a riqualificare gli alloggi migliorandone l'efficienza energetica.
Le prospettive
Ora anche questo filone si sta esaurendo, ma i lavori continuano soprattutto grazie alle grandi opere. Perciò il consumo di suolo è aumentato l’anno scorso e promette di avanzare ancora, come dimostra il voto del Consiglio comunale, che lo scorso lunedì ha respinto la mozione d'iniziativa popolare volta a preservare il bosco di Ospizio dalla costruzione in quell'area di un supermercato Conad, di una Casa della salute e della nuova biblioteca del quartiere. Intanto il mercato immobiliare rimane debole, lasciando al verde tante aree edificabili. La Regione se ne attribuisce il merito, rivendicando l’efficacia della legge regionale che ha previsto la riduzione del consumo di suolo: «Sono stati salvati - sostiene l’assessora Barbara Lori - oltre 21mila ettari già destinati a urbanizzazione dai Comuni, oltre il 50% in zone a rischio alluvione». Nel rapporto Ispra sono comprese anche le aree trasformate in via temporanea come quelle per i cantieri di infrastrutture, reti energetiche e impianti fotovoltaici: è il caso della tangenziale di Reggio e del parco della Reggia di Rivalta. © RIPRODUZIONE RISERVATA