Sanremo, cosa potrebbe succedere dopo la sentenza del Tar
La Rai potrebbe cambiare nome ma anche la Warner ci punta con Amadeus
Sanremo Prove tecniche di Sanremo in casa Warner Bros. Dal colosso di Discovery finora regna il silenzio anche se a quanto trapela il Festival interessa, eccome se interessa alla Warner Bros, pronta a qualsiasi investimento economico pur di riproporre dal 2026 la kermesse con il grande ritorno di Amadeus, ma sul Nove. Il conduttore, passato a Discovery dopo aver diretto e condotto le ultime 5 edizioni del Festival con la Rai, sul caso della sentenza Tar Liguria non ha ancora voluto rilasciare dichiarazioni, soprattutto per rispetto nei confronti dell'amico e collega Carlo Conti oltre che per la sua ex azienda. Nella stessa squadra del Nove, c'è anche Fabio Fazio, anche lui più volte salito sul palco dell'Ariston come conduttore. Del resto la musica piace assai alla Warner Bros. Amadeus ha già trasferito dalla Rai l'Arena Suzuki su Nove e Real Time (canale 31) dal 7 al 14 dicembre alle 16:20 con il format Rds Showcase trasmette due puntate speciali con protagonisti Achille Lauro, Ghali, Negramaro e Tananai. Gli speciali, condotti dalle note voci dell’emittente radiofonica, Anna Pettinelli e Roberta Lanfranchi, raccoglieranno il meglio del repertorio che gli artisti hanno portato live sul palco dell’Auditorium Multimediale di Rds, unendo i loro grandi successi ai pezzi più recenti, in cima alle classifiche di streaming.
Il primo appuntamento, sabato 7 dicembre, vede protagonisti Achille Lauro e Ghali. Il secondo, sabato 14, vedrà salire sul palco i Negramaro e Tananai.Per quanto riguarda il ricorso alla sentenza del Tar della Liguria i legali sia del Comune di Sanremo sia della Rai sono al lavoro per analizzare e controbattere alle condizioni elencate dai giudici amministrativi. Il sindaco di Sanremo Alessandro Mager ha sottolineato la posizione sua e della giunta: «Ritengo opportuna la necessità di continuare a sostenere e difendere le nostre tesi in tutte le sedi opportune. A prescindere dall’esito del ricorso, tuttavia, è importante fin da subito attivare tutte le procedure idonee a ottemperare alla sentenza, anche in considerazione del fatto che la convenzione tra Comune di Sanremo e Rai sarebbe comunque scaduta l’anno prossimo». La Rai farà altrettanto, seppure ben consapevole che tutto sommato è più Sanremo che Viale Mazzini a rimetterci, salvo ovviamente se Warner Bros o qualche altro acquirente in grado di spendere cifre corpose dovesse acquistare i diritti, che la Rai paga tra i 5 e i 6 milioni di euro ogni anno. La Rai, cambiando il nome del format, togliendo Sanremo, e lasciando il “Festival della Canzone Italiana” potrebbe organizzare la kermesse ovunque: già al vaglio le ipotesi di Napoli o Torino, dove ci sono sedi importanti dell'azienda per la quale in quel caso i costi diminuirebbero assai.l