Gazzetta di Reggio

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Il lutto

Addio alla barista Suthin Onjek, stroncata a 51 anni dalla malattia

Ambra Prati
Addio alla barista Suthin Onjek, stroncata a 51 anni dalla malattia

Di origine thailandese, ha gestito per anni il caffè della frazione di Sesso. Gestiva anche il bar della Bagnolese

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Reggio Emilia È morta a soli 51 anni Suthin Onjek detta “Suu”, thailandese molto conosciuta a Sesso dove per anni ha gestito insieme al marito il “Sosta obbligata cafè”.

Suthin si è sottoposta a un trapianto di fegato tre anni e mezzo fa. L’intervento era andato bene, ma negli ultimi mesi le sue condizioni sono precipitate: ricoverata nell’ospedale dov’era stata eseguita l’operazione, il Policlinico di Modena, purtroppo stavolta non ce l’ha fatta. La donna è morta proprio al Policlinico martedì alle 14.

Nata in Thailandia, Suthin si era trasferita a Reggio Emilia trentun anni fa per motivi sentimentali. La relazione con quell’uomo era poi naufragata, ma il destino aveva poi fatto incontrare Suthin e quello che sarebbe diventato il suo futuro marito. «Ci siamo conosciuti nel 2003 in un american bar in viale Simonazzi – racconta Michele Vigliotta – Ci siamo sposati nel 2010 e la nostra storia d’amore è durata oltre un decennio. Sono stati gli anni più belli».

Suthin lavorava già nel campo della ristorazione: in precedenza è stata cameriera alla pizzeria “Il covo” di Poviglio. Dopo il matrimonio, i coniugi hanno gestito insieme uno dei bar principali di Sesso, dove all’epoca abitavano. «Non abbiamo avuto figli – prosegue Michele – Poiché io sono stato dirigente della Bagnolese, per un paio di anni lei ha fatto volontariato per la stessa squadra di calcio gestendo il bar dello stadio».

Poi, anche il matrimonio di Suthin con Michele è finito senza però spezzare il legame tra i due. «Ci siamo amati tantissimo, per me lei resterà sempre la donna più bella del mondo. Anche dopo la separazione, siamo rimasti in ottimi rapporti: c’era un filo che ci univa, tanto che nessuno dei due ha mai chiesto il divorzio. Negli ultimi anni lei viveva da sola a Reggio e ci sentivamo spesso. Qui non aveva parenti, ma tantissime amiche e amici».

Chi la conosceva la ricorda per il suo carattere. «Era bella e brava. Si faceva voler bene da tutti. Stava bene in compagnia e le piaceva molto riunire gli amici in casa per lunghe serate».

Mercoledì pomeriggio si è aperta la camera ardente alla casa funeraria Croce Verde. Nello stesso luogo, giovedì alle 17, si terrà il funerale (senza rito religioso, perché Suthin era buddista) e chi vorrà potrà dare un commiato alla salma. «Il feretro sarà poi cremato e io la riporterò a casa in Thailandia dai suoi genitori: questo è stato il suo ultimo desiderio – ha spiegato il marito – Ringrazio le sue amiche connazionali che mi stanno aiutando con il Consolato, dandomi una grossa mano con le traduzioni. Suthin non ha mai voluto prendere la cittadinanza italiana e questo rende complesso l’iter burocratico per il rimpatrio».