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Dopo il caso Bove

Rubiera, defibrillatore scarico: la partita di pallamano inizia in ritardo

Cristiana Filippini
Rubiera, defibrillatore scarico: la partita di pallamano inizia in ritardo

Il match contro il Bolzano di serie A Gold non si poteva cominciare senza il mezzo salva vite funzionante. La presidente: «La salute prima di tutto»

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Rubiera Se ciò che domenica ha tenuto con il fiato sospeso l’intero stadio di Firenze e subito dopo buona parte dell’Italia che apprendeva in diretta le notizie dai media, se tutto ciò dovesse mai avere un senso, questo è da ricercare nella sempre maggiore attenzione che giustamente si dà alla prevenzione. E un segno di questa crescente attenzione è arrivato sabato scorso, dal PalaBursi di Rubiera.

Il malore che ha visto protagonista domenica pomeriggio il giocatore della Fiorentina Edoardo Bove, ha riacceso i riflettori sull'importanza del defibrillatore a bordo campo. E alla luce di questo episodio vale la pena raccontare quello che è successo in un palazzetto di provincia per una gara di uno sport definito "minore" e che non richiama certamente il pubblico della serie A.

Il pre-partita

Sabato scorso al Pala Bursi di Rubiera era in programma l'incontro di pallamano tra i padroni di casa della Pallamano Secchia e il Bolzano, gara valevole per la 13’ giornata del campionato di serie A Gold. Alle 18 le formazione erano regolarmente schierate in campo e le tifoserie, compresa quella ospite, già sugli spalti pronte a sostenere le due squadre.

Mancavano gli arbitri. O meglio, Pierluigi Falvo e Luca Ganucci erano regolarmente all’interno del palasport rubierese ma stavano verificando insieme al medico e alla persona preposta all’utilizzo, la presenza e l'efficienza del defibrillatore, strumento assolutamente necessario per tutte le partite di serie A. Peccato che lo strumento salva vita fosse presente ma “non del tutto carico". Da qui la decisione su cui i due arbitri e il personale sanitario che si trovava in quel momento nella struttura non hanno avuto il minimo dubbio: se il defibrillatore non funziona, la partita non può iniziare.

Un altro fuori uso

A quel punto, nè gli arbitri nè i dirigenti della società rubierese si sono arresi: andava assolutamente recuperato un defibrillatore carico senza il quale la gara non si sarebbe svolta. Si poteva recuperare quello nella vicina tensostruttura Bergianti. Negativo: scarico pure quello. Tempo un quarto d'ora e dalla sede locale della Croce Rossa, che con la pallamano ha uno stretto rapporto di collaborazione, è alla fine arrivato il defibrillatore "carico". Finalmente la partita poteva iniziare.

La salute prima di tutto

«La salute dei nostri ragazzi , dai più piccoli fino alla serie A – spiegava all’indomani la presidente della Pallamano Secchia Rubiera, Patrizia Bondavalli – viene prima di tutto. E la decisione di non iniziare la gara mi ha trovato assolutamente d’accordo, non mi sarei sentita tranquilla ad iniziare la gara in quelle condizioni».

Poi la presidente della società sottolinea di aver «immediatamente fatto la segnalazione al comune perché la manutenzione non è carico della nostra società. Il pala Bursi, così come tutti gli impianti sportivi, è dotato di un defibrillatore che serve per tutte le attività, per le scuole e non solo per la pallamano».

Tra coloro che plaudono alla decisione di arbitri e società rubierese di fronte all’inconveniente del defibrillatore scarico c’è anche Romano Ferretti, storico dirigente dello sport reggiano che nel febbraio di due anni fa al campo sportivo di Arceto venne colto da un malore, ma fu salvato dal tempestivo intervento del personale di un’ambulanza presente proprio per la partita.

Fondamentali i controlli

«Credo che si debbano fare i complimenti a coloro che hanno preteso che a Rubiera il defibrillatore fosse carico prima di dare inizio alla partita. Così come voglio complimentarmi con coloro che sono intervenuti con grande professionalità a Firenze. Ecco due cose su cui occorre puntare sempre di più. Ora che le norme ci sono, servono professionalità e non possono mancare i controlli perché tutto vada per il meglio». Poi Ferretti sottolinea positivamente il fatto che anche il calcio dilettantistico si sia reso più sensibile a questi temi, grazie anche alle nuove norme che per esempio in Eccellenza prevedono che la società inadempiente perda la partita a tavolino. E a giudicare dal fatto che finora nessun risultato è stato deciso dal giudice sportivo, si deduce che le società abbiano preso a cuore il problema ».