L’agente di viaggio sparisce con i soldi delle vacanze. «Io beffato per il viaggio di nozze»
Iniziato il processo a carico di Laura Leone dell’agenzia “Viaggiamo” di corso Cairoli: 20mila euro di ammanchi
Reggio Emilia Cipro, Corsica, Puglia, Sicilia, perfino Lapponia: queste le mete scelte dai malcapitati clienti di un’agenzia di viaggio. I clienti, convinti di aver saldato tutto e in attesa solo dei documenti, al momento di partire si sono accorti che il viaggio non esisteva: l’agenzia “Viaggiamo” di corso Cairoli – che oggi non esiste più – aveva abbassato la serranda e la titolare era sparita con i soldi per le vacanze, compresa una luna di miele “avvelenata”. È iniziato in tribunale a Reggio Emilia il processo a carico di Laura Leone, 45 anni, finita alla sbarra per appropriazione indebita (in concorso con altri non identificati) poiché quale titolare dell’agenzia di viaggi in più occasioni, procurandosi un ingiusto profitto, avendo la disponibilità delle somme di denaro versate dai clienti per pagare il corrispettivo di un viaggio prenotato, se ne appropriava non versandole al tour operator o alle compagnie aeree o strutture ricettive.
A sporgere denuncia sono stati otto clienti. I fatti risalgono da agosto (quando l’agenzia all’improvviso ha chiuso e la titolare si è resa irreperibile) al dicembre 2019. I clienti si sono ritrovati beffati e sono stati costretti a dover pagare due volte le sospirate ferie (la seconda volta al tour operator di riferimento): in totale un ammanco di circa 20mila euro. In aula, davanti al giudice Luigi Tirone, hanno sfilato i primi quattro testimoni dell’accusa. Il più arrabbiato è stato un giovane, che ha visto svanire nientemeno che la luna di miele. «Ho scelto quell’agenzia su consiglio di un collega di lavoro che si era trovato bene. Ho prenotato un soggiorno in Puglia – ha detto Mario Scotti – poiché il matrimonio si è svolto a Caserta, dovevamo partire da lì: dopo aver versato duemila euro, io e la mia sposa aspettavamo i voucher. Siccome non arrivavano e la titolare era irreperibile, ho mandato un mio amico in agenzia: era chiusa». «Mi ero già rivolta a quell’agenzia l’anno precedente ed era andato tutto bene», ha esordito Simona Mussini, che aveva programmato per agosto una settimana di vacanza in Corsica per la sua famiglia e quella di un’amica (le due famiglie hanno sporto una querela congiunta). «Ho versato un anticipo di 350 euro – ha raccontato la reggiana – siccome abito lì vicino e incontravo spesso la titolare, mi disse che entro metà luglio dovevamo saldare: i documenti sarebbero arrivati una settimana prima della partenza». La reggiana ha versato altri 981 euro, senza ricevere alcunché. «L’agenzia era chiusa: la titolare adduceva problemi familiari». Il 14 agosto «Leone ci contattò adducendo un problema con il tour operator, che avrebbe risolto». I giorni sono passati e i solleciti della beffata si sono fatti più pressanti, soprattutto perché «dal tour operator ho scoperto che il viaggio era prenotato ma non pagato». Quando ha chiesto conto «la titolare ha risposto che ci avrebbe ridato indietro i soldi: mai visto nulla». Finché, a ridosso della data, le famiglie hanno saldato di nuovo l’intero importo al tour operator: «Non volevamo rinunciare alla vacanza».
Il pm onorario ha osservato che la denuncia congiunta è formata da ben 64 pagine. «Sì sono tutte e le mail, messaggi e scambi tra noi, la Leone e il tour operator. Ho provato anche a contattare il gruppo dell’agenzia: si è scoperto che la 45enne non era più iscritta». Domenico Casalino ha prenotato per settembre, per la sua famiglia e per i suoceri, una settimana in Sicilia: 3.200 euro. «L’acconto da mille euro l’ho pagato in luglio con bonifico su una Postepay intestata all’agenzia. In agosto l’imputata mi telefonava dicendo di portare 500 euro in contanti: non ho mai capito perché, ma ho eseguito, ho la ricevuta. Il saldo da 1.700 euro, allo stesso Iban della Postepay del primo, me lo sono visto stornare e riaccreditare; Leone l’ha motivato con un problema con Poste e mi ha chiesto di fare un ulteriore pagamento su un’altra Postepay, a suo dire intestata alla zia». Ad Eden Viaggi risultava la prenotazione ma non il versamento: «Ho dovuto tirar fuori altri 2.200 euro e intentare una causa civile, recuperando una minima parte». A tutti i testimoni la difesa ha chiesto se sarebbero disposti a ritirare la querela. «Sì ma solo se riavrò indietro fino all’ultimo centesimo», è stata la risposta. L’avvocato difensore Noris Bucchi non intende entrare nel merito della vicenda considerando che il procedimento è ancora in corso.l © RIPRODUZIONE RISERVATA