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Dopo l’alluvione l’Osteria Laghi Seta riapre: era stata invasa da acqua e fango

Mauro Pinotti
Dopo l’alluvione l’Osteria Laghi Seta riapre: era stata invasa da acqua e fango

Dopo un mese di sacrifici il locale di Villa Seta ricomincia

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Cadelbosco Sopra La paura di perdere tutto, la corsa contro il tempo per salvare il salvabile, l'acqua con il suo odore di sabbia che allaga il locale, il bar. Frigoriferi e alimenti rovinati, da buttare. Per un mese, dopo l’alluvione del 20 ottobre, Ilaria e Gabriele Valentini si sono rimboccati le maniche e hanno iniziato a spalare acqua e fango, ad ammassare i rifiuti. Con loro un centinaio di volontari tra parenti e amici che non hanno messo solo le loro braccia ma anche l'anima e il cuore per aiutare i due fratelli e la madre ultraottantenne a riaprire la loro osteria. È così che sabato scorso ha riaperto l'Osteria Laghi Seta di via Liuzzi nella frazione di Villa Seta. Fino a pochi giorni fa, via Liuzzi era una distesa d'acqua che piano piano si è ritirata per tornare nel suo letto originale del torrente Crostolo. La ferita sull'argine è stata rimarginata ma è ancora in fase di cicatrizzazione. E se da un lato resta ancora aperta la ferita dei danni patiti, dall'altro lato Ilaria e Gabriele non dimenticheranno mai i loro angeli che si sono sporcati le mani di fango e che hanno respirato l’umida aria di un’alluvione che non avevano mai pensato potesse arrivare. Su una plancia dell’osteria sono stasi affissi i cartelli che annunciavano l’apertura. Sabato scorso, entrando nel locale, si percepiva ancora il profumo dell'intonaco fresco. Di fronte al bancone del bar il “motto” nato proprio da quella massa d'acqua che si stava quasi portando via tutto: “Osteria Laghi Seta Prunt da Magner. I danni che ha fatto l'acqua... il vino non li ha mai fatti”.

La sala dove si mangia è ordinata e pulita, i tavoli di legno lucidati a specchio. «Avevamo paura di perdere i sacrifici di una vita. Quella domenica del 20 ottobre scorso, alle 5 del mattino, sul comunicato del Comune di Cadelbosco si leggeva che il Crostolo stava rompendo l'argine e che dovevamo evacuare il locale e l'abitazione per rischio alluvione. Eravamo increduli perché in 42 anni non era mai capitato; dal pomeriggio ha iniziato ad arrivare l'acqua nel cortile e in serata c'erano 15 centimetri d'acqua su tutto il piano terra. Durante la notte il livello dell'acqua è salito fino a 70 centimetri. Abbiamo visto macchinari, oggetti, alimenti, arredi, l'intero impianto elettrico, documenti prigionieri dell'acqua. Le cose che avevamo accatastato sulle sedie sono state allagate; i frigoriferi si sono rovesciati e così pure tutto ciò che c'era sopra; i tabacchi hanno assorbito umidità; le bevande e il latte confezionati in tetrapak danneggiati. Ovviamente anche nell'abitazione stesso problema. Tutto intorno era uno specchio d'acqua. Eppure siamo ritornati. È stata dura ma ce l’abbiamo fatta con l'aiuto di tanti nostri amici e parenti che non smetteremo mai di ringraziare. Spero che il 20 ottobre 2024 – dice Ilaria – resti solo una data legata a un brutto ricordo». l © RIPRODUZIONE RISERVATA