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La sentenza

Travolse e uccise uno scooterista, condannato a 3 anni e 4 mesi per omicidio stradale

Ambra Prati
Travolse e uccise uno scooterista, condannato a 3 anni e 4 mesi per omicidio stradale

Il 20enne, positivo all’alcoltest, era alla guida dell’auto dell’amico. La vittima Emanuele Iori, 42 anni, stava andando al lavoro

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Reggio Emilia È stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione per il reato di omicidio stradale aggravato Jacopo Arleoni, il ventenne reggiano che  al ritorno dalla discoteca e al volante dell’auto dell’amico all’alba del 21 ottobre di un anno fa ha falciato lo scooterista di Albinea Emanuele Iori, 42 anni, padre di famiglia che si stava recando al lavoro. Il pm Valentina Salvi aveva chiesto una condanna a 6 anni. La sentenza è stata emessa venerdì mattina dal giudice dell’udienza preliminare Luca Ramponi: il giovane imputato rischiava sulla carta fino a dieci anni di carcere ma evidentemente il giudice, oltre allo sconto di un terzo della pena garantito dalla scelta del rito abbreviato, ha tenuto conto della giovane età del conducente incensurato, che si è reso conto solo in un secondo momento della gravità dell’accaduto.

Alle 6.40 del 21 ottobre 2023, sul cavalcavia di via Tassoni, Emanuele Iori, in sella al suo scooter , si stava recando al lavoro, nel reparto di macelleria del Conad Primavera di via Maiella, in città, quando una Toyota Yaris con a bordo due giovani – reduci da un venerdì sera passato alla discoteca Italghisa, dove si svolgeva una festa per universitari – lo aveva travolto. Il conducente dell’utilitaria, che viaggiava verso Albinea, aveva compiuto una manovra azzardata: a forte velocità aveva osato un sorpasso sul ponte al buio e con scarsa visibilità finendo sull’opposta corsia di marcia proprio nel momento in cui sopraggiungeva lo scooterista. L’urto frontale fu violentissimo: il motociclo si accortocciò, volando a diversi metri di distanza, il 42enne era stato sbattuto contro il guard rail ed era morto all’istante, mentre la Yaris, alimentata a gpl, dopo un testacoda aveva preso fuoco.

Questa la dinamica ricostruita dai rilievi della polizia locale e in seguito confermata dalla consulenza cinematica fatta eseguire dalla Procura. Quando sul posto sono arrivati in forze i soccorritori i due giovani a bordo, quasi illesi, erano già usciti: il ventenne e il 18enne sono parsi subito poco lucidi. Al Pronto Soccorso del Santa Maria Nuova il guidatore ventenne è risultato positivo all’alcoltest (il tasso alcolemico era di 1.20 grammo per litro, il massimo è 0.50) e positivo al test antidroga. È poi emerso che lo studente universitario conduceva la macchina intestata al padre dell’amico che però era seduto al posto del passeggero, perché non se l’era sentita di guidare: perciò Jacopo si era messo al volante. A processo però l’aggravante derivante dall’alterazione da sostanze stupefacenti è caduta.

Un incidente che ha rovinato in pochi istanti l’esistenza di tre famiglie: quelle dei due giovani e quella, nota e stimata ad Albinea, degli Iori. Emanuele Iori era un appassionato di podismo, sempre presente a tante corse a sfondo benefico (la gara Mimosa Cross è stata dedicata alla sua memoria) e una delle sue passioni era costruire artigianalmente i presepi: le sue opere d’arte erano un appuntamento fisso del Natale nel paese. La vittima era molto amata anche dai colleghi del Conad, dove lavorava da vent’anni. Il responsabile del punto vendita e i colleghi, dopo la tragedia, hanno promosso una raccolta fondi online per dare un supporto concreto alla sua famiglia. Jacopo Arleoni, prima arrestato e poi messo ai domiciliari, era rimasto l’obbligo di firma che è stato revocato con la sentenza. Il pm Salvi ha ottenuto il giudizio immediato e l’iter giudiziario è stato rapido.

Venerdì in tribunale a Reggio il venntenne si è seduto accanto all’avvocato difensore Alessandra Innaro, che ha svolto la sua requisitoria. Tra il pubblico c’erano i genitori dello studente, seduti accanto ai parenti della vittima: la moglie Cecilia ha rincuorato la mamma di Emanuele, Liliana, che è parsa molto provata dall’attesa e al limite delle lacrime. Dopo essersi ritirato in camera di consiglio il giudice Ramponi ha emesso la sentenza. Il ventenne potrà detrarre il periodo trascorso ai domiciliari e, se terrà una buona condotta come ha fatto finora, potrà usufruire della liberazione anticipata garantita dalla riforma Cartabia. l © RIPRODUZIONE RISERVATA