Fiom, Fim e Uilm alzano la voce a Reggio Emilia: «Rinnovo del contratto o sciopero»
Al PiGal si è tenuta l’assemblea unitaria dei delegati dei metalmeccanici: tra le richieste, l’aumento mensile di 280 euro
Reggio Emilia Oltre 350 rappresentati sindacali si sono riuniti ieri per l’assemblea unitaria dei delegati di fabbrica di Fim, Fiom, Uilm.
Al centro sociale PiGal, è andato in scena un evento che mancava a Reggio da otto anni, alla presenza anche dei segretari nazionali. Obiettivo coinvolgere gli imprenditori sul tema del rinnovo del contratto collettivo nazionale.
Le richieste avanzate da Fim, Fiom e Uilm prevedevano gli aumenti mensili di 280 euro lordi medi, nell’arco di tre anni ma anche percorsi di stabilizzazione per i precari, maggiori diritti negli appalti, maggior coinvolgimento delle Rsu nelle decisioni aziendali, e infine la gestione della transizione energetica senza esuberi.
Per Simone Vecchi, segretario Fiom-Cgil Reggio, più che un’emergenza «c’è una situazione strutturale di crisi economica dell’industria manifatturiera europea che colpisce anche il Nord Italia e la provincia di Reggio. Stanno pagando centinaia di lavoratori che perdono centinaia di euro al mese a causa della cassa integrazione e che vedono messo a rischio anche il posto di lavoro. Vogliamo dire agli industriali reggiani che non si può utilizzare una anno di crisi per giustificare il non rinnovo del contratto nazionale. Le imprese reggiane e non solo – prosegue Vecchi – da dieci anni hanno visto crescere l’utile a discapito della redistribuzione della ricchezza. Pensiamo che bisogna tirare fuori tutta la responsabilità del caso, evitare i conflitti e cercare arrivare al rinnovo del contratto».
Nella provincia il settore metalmeccanico è il più grande comparto economico con circa 30mila lavoratori circa 270 aziende. Presente all’incontro Luca Colonna, segretario nazionale Uilm: «Federmeccanica e Federmeccanica-Assistal, le due associazioni che aderiscono a confindustria e che rappresentano le imprese metalmeccaniche, si stanno sottraendo al confronto, proponendo di pagare poco e di non parlare di riduzione dell’orario di lavoro – ha spiegato –. Bisogna fare pressione sulle imprese e sensibilizzare. Poi nel caso si passerà agli scioperi. Noi il contratto vogliamo rinnovarlo bene e come diciamo noi».
Gli scioperi delle aziende non saranno concentrati in un unico giorno, ma distribuiti nelle settimane di dicembre e nella prima di gennaio, con modalità decise a livello territoriale. Uilm e Fiom parteciperanno anche allo sciopero nazionale indetto per il 29 novembre, mentre Fim no. «Sono due argomenti diversi – ha ammesso Roberta Castronuovo, segretaria generale regionale Fim-Cisl –. Abbiamo una piattaforma unitaria che dobbiamo portare a casa insieme. La nostra non è una posizioni politica o partitica, si tratta semplicemente di entrare nel merito dei diversi punti. Per il contratto dei metalmeccanici, abbiamo finito la trattativa e dichiarato sciopero, con il Governo siamo ancora al tavolo e speriamo di poter migliorare i documenti attraverso la trattativa». Infine, per Michele De Palma, segretario nazionale Fiom, è giunto il momento «di salvare l’industria metalmeccanica nel nostro Paese, e lo si fa aumentando i salari e investendo dentro le aziende. Per questo la nostra piattaforma non vuole solo aumentare il salario dei lavoratori, ma anche l’occupazione in Italia, in una fase complessa come questa di transizione».
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