Sul Monte Giogo c’è un ex base Nato in abbandono: qui il Parco vuole realizzare un punto panoramico
Il presidente Giovanelli attende che l’area passi in gestione. L’iter è avviato: da qui lo sguardo arriva sino al Golfo dei Poeti e alle Cinque terre
Ventasso Sembra veramente di arrivare ad un passo dal cielo quando si raggiunge la cima del Monte Giogo, a quasi 1600 metri sul livello del mare, dove sorge un’ex base Nato ormai abbandonata. Ed è proprio in questo luogo suggestivo, al confine tra la provincia di Reggio Emilia, Parma e Toscana che il presidente del parco dell’Appennino tosco-emiliano Fausto Giovanelli ha in progetto di realizzare la “porta del cielo”: infatti da qui, girando lo sguardo, si abbracciano in un attimo la pianura Padana e le Prealpi, gli Appennini dal Cimone al Passo della Cisa, la catena delle Apuane, il monte Marcello e la Val di Magra, il Golfo dei Poeti e le Cinque Terre.
Partendo dalla diga del Lagastrello, si può intraprendere il sentiero 109A e costeggiare a piedi il Lago Paduli che in questo periodo autunnale offre uno spettacolare foliage e si raggiunge così in poco più di mezz’ora il passo. Dal passo del Lagastrello la strada asfaltata è sconnessa e tortuosa per cui è preferibile intraprenderla a piedi, seguendo il sentiero 00 e tagliando per i boschi. In alternativa, si può anche raggiungere le pendici dell’ex base Nato direttamente in auto ammirando il panorama che si apre ad ogni tornante. Una volta in cima troverete ad accogliervi una guardiola, un cancello aperto, le suggestive quattro grandissime antenne a forma di parabola, con un diametro di 20 metri ed i locali della base dove vivevano tecnici, carabinieri e personale vario.
La ex base Nato è in disuso già dagli anni ’90, ed il decreto semplificazioni del 2020 ha stabilito che i beni demaniali presenti nel territorio del parco nazionale che non siano stati già affidati a soggetti terzi possano essere dati in concessione gratuita all’Ente parco ai fini della tutela dell’ambiente e della conservazione dell’area protetta. «I passaggi necessari per completare l’iter per la concessione gratuita al Parco nazionale, pur soggiunti e sollecitati, paiono procedere con difficoltà e tempi non propri» informa Ilenia Malavasi, deputata reggiana del Pd. «Ho depositato un’interrogazione insieme ai colleghi Orlando, De Micheli, Simiani, Ghio, Rossi, Gianassi e Fossi, chiedendo di sapere se e quando si preveda di trasferire l’area in oggetto al Parco Nazionale dell’Appennino tosco – emiliano al fine di renderlo nuovamente utile e fruibile a visitatori e cittadinanza, facendo anche un importante passo in avanti nella conservazione delle aree protette». L’onorevole Malavasi precisa: «Attualmente l’area è in stato di abbandono e degrado, ed oggetto di improvvisate visite che superano la inadeguata recinzione, in assenza di ogni misura, struttura e attrezzatura di sicurezza e controllo; l’opinione pubblica locale e non solo chiede attenzione, cura e apertura alle visite del sito panoramico». L’area è uno straordinario naturale punto di osservazione e balcone panoramico sul territorio emiliano e dei vicini Parchi delle Apuane e delle Cinque Terre, che l’Ente Parco, unitamente al Comune di Comano (MS) intende valorizzare, tramite i progetti già da tempo individuati nel suo programma pluriennale di sviluppo economico e sociale, in particolare attraverso la realizzazione, proprio nel sito in oggetto, di una delle “Porte del Parco” che sono inviti a leggere, conoscere e apprezzare le emergenze più significative del Parco Nazionale.l © RIPRODUZIONE RISERVATA