Compra una consolle ma è rubata, disavventura per la dj Babel. Condannato il venditore
Beatrice Bertani: «Finalmente, dopo sei anni, si è chiuso questo capitolo»
Reggio Emilia Tramite un’inserzione sul web compra una consolle, poi risultata rubata: dopo aver rischiato di finire a processo per incauto acquisto, riesce a dimostrare la sua buonafede e a trascinare alla sbarra il venditore – un napoletano di 27 anni condannato per ricettazione a 8 mesi (pena sospesa) e 150 euro di multa – ma ci sono voluti ben sei anni.
«Finalmente è stata fatta giustizia e un capitolo molto lungo della mia vita si è chiuso nel modo migliore», ha fatto sapere Beatrice Bertani, 32 anni, deejay reggiana che anima le notti nei locali e che nell’aprile scorso è stata il motore del progetto queer “Histerika” al circolo Arci Tunnel.
Il 21 giugno 2018 la deejay, all’epoca ai primi passi nelle feste private, cerca una consolle più professionale: su Marketplace (la piattaforma online di compravendita integrata all’interno di Facebook) la 32enne trova una consolle marca Pioneer, con le caratteristiche giuste, in vendita a 400 euro. «Sono abbastanza esperta di strumenti musicali e so che una consolle del genere, nuova, costa sui 1.300 euro e usata sui 500-600 euro», spiega in seguito ai carabinieri la giovane. Dopo aver contattato l’inserzionista 27enne di Forlì, quest’ultimo accetta senza problemi di portare la consolle a Reggio: Beatrice si presenta con un’amica (che poi confermerà tutto) che abita vicino alla stazione e lì, dopo aver provato l’apparecchiatura e constatato il buon funzionamento, paga in contanti 400 euro allo sconosciuto, che sostiene di intendersene solo di musica techno e di vendere per conto di un amico.
La deejay utilizza la consolle con soddisfazione finché qualche mese dopo, il 13 ottobre 2018, i carabinieri bussano alla porta di casa sua con un mandato di perquisizione domiciliare chiedendo della consolle, che la residente consegna di sua spontanea volontà. Beatrice scopre così che la consolle è provento di un furto avvenuto il 16 giugno in un locale di Predappio (Forlì).
Il proprietario, monitorando i siti internet, ha visto quell’inserzione (subito cancellata) e ha segnalato ai carabinieri, ai quali la deejay ha spiegato: «Non ho assolutamente pensato che la consolle potesse essere di provenienza illecita, bensì che il ragazzo che la vendeva avesse urgente bisogno di denaro. Sono molto dispiaciuta perché ho effettuato l’acquisto in totale buonafede e ora, oltre ad aver perso la consolle, ci ho rimesso anche i miei soldi».
Inizialmente indagata (il procedimento è stato archiviato nel 2019 al tribunale di Forlì), Beatrice ha dovuto agire contro il venditore, che in tribunale a Reggio è finito imputato a sua volta di ricettazione perché secondo il capo d’imputazione «con artifizi e raggiri», «rassicurando sulla lecita provenienza dell’oggetto e inducendo in tal modo in errore la persona offesa, otteneva l’ingiusto profitto». Beatrice si è costituita parte civile tramite l’avvocato Gianluca Tirelli.
Mercoledì si è concluso il processo a carico del 27enne. Il pm onorario ha chiesto una condanna a 8 mesi e 100 euro di multa. L’avvocato di parte civile si è associato sulla condanna e ha chiesto mille euro di provvisionale: i 400 euro persi più un risarcimento danni per la sua assistita, per essere stata esposta a un potenziale processo mentre invece in questa storia è parte lesa. La difesa ha proposto il minimo della pena. Il giudice Silvia Semprini ha emesso la condanna senza riconoscere il danno.