Viaggio in Ucraina dal Passo del Cerreto per donare farmaci e un’ambulanza
Il viaggio di 2.700 km fino al fronte. Giannarelli: «La popolazione è allo stremo»
Ventasso Dal Passo del Cerreto, passando per Pontremoli, fino a Leopoli e poi alla cittadina ucraina di Krasnokutsk, a pochi chilometri dal fronte, per consegnare un'ambulanza carica di medicinali e presidi sanitari acquistati e donati tra Emilia e Toscana. Mario Giannarelli, 34 anni, professore in un istituto superiore, gestore del bar del Passo del Cerreto e volontario della Croce Rossa di Carpineti, ha guidato nei giorni scorsi per quasi 2.700 chilometri insieme all’amico Carlo Ferrari di Pontremoli, per portare l’ambulanza e il suo prezioso carico di medicinali nelle mani di Irina Karasut, sindaco della cittadina ucraina, che si è spinta fino al confine per accoglierli.
L’iniziativa benefica ha visto l’acquisto dell’ambulanza grazie alla raccolta fondi “An ambulance for Krasnokutsk” lanciata dal Rotary Club Lunigiana, di cui sia Giannarelli sia Ferrari sono soci. I medicinali sono stati donati da Fcr e da alcune farmacie della Lunigiana, mentre i presidi sanitari sono stati offerti dalla Croce Verde di Castelnovo né Monti. «È stata un’operazione complessa – ha spiegato Giannarelli – che ha coinvolto, nel reggiano, il presidente di Fcr Andrea Capelli, il consigliere regionale Andrea Costa e il sindaco di Ventasso Enrico Ferretti. Tutto è nato da un’idea di Carlo Ferrari, anche socio del Rotary Club ucraino, che, dopo aver visitato quelle zone martoriate dalla guerra a giugno, mi ha coinvolto in questa avventura. In un mese abbiamo raccolto tutto il materiale, ma la parte più difficile è stata ottenere i permessi doganali e le autorizzazioni necessarie per portare l’ambulanza in Ucraina». Anche la scelta di consegnare il materiale di persona, secondo Giannarelli, «è stata importante per far sentire a quelle persone che non sono sole. L’abbiamo fatto per mantenere il contatto umano. Carlo ha percorso altri mille chilometri da Leopoli fino a Krasnokutsk, cittadina a 36 chilometri dal fronte, che in poco tempo ha visto la popolazione aumentare da 10.000 a 50.000 abitanti, con un ospedale di 180 posti letto in costante carenza di medicinali». È stato un viaggio complicato, non solo per i continui allarmi notturni e la necessità di correre nei rifugi sotterranei anche a Leopoli, racconta Giannarelli. «All’andata siamo rimasti bloccati tre ore al confine con l’Ungheria, e al mio rientro in pullman da Leopoli abbiamo dovuto attendere sei ore alla frontiera con la Polonia per i controlli, a causa della legge obbligatoria in Ucraina. La popolazione è allo stremo per i bombardamenti notturni, usati per infondere sfiducia e paura».