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Dopo la sentenza

Il sindaco di Brescello: «Tutti assolti per l’alluvione di Lentigione: non è stata fatta giustizia»

Ambra Prati
Il sindaco di Brescello: «Tutti assolti per l’alluvione di Lentigione: non è stata fatta giustizia»

Il primo cittadino rincara: «Dal 2017 non è cambiato niente: continuiamo a vivere con la paura ogni volta che piove»

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Brescello «La comunità di Lentigione incassa un durissimo colpo. Non è stata fatta giustizia ai tanti cittadini che sono stati devastati negli affetti, oltre ad aver riportato danni materiali. Dispiace soprattutto che l’alluvione di Lentigione non sia stata di alcun insegnamento». Il sindaco di Brescello, Carlo Fiumicino, presente ad ogni udienza e che anche ha partecipato alla maratona giudiziaria insieme ai rappresentanti del “Comitato cittadino alluvione Lentigione” (al suo fianco il presidente Edmondo Spaggiari e il vicepresidente Carlo Benassi, padre dell’ex sindaco Elena Benassi presenza fissa), a margine del processo che ha assolto i tre tecnici Aipo ha voluto rimarcare che il rischio esondazioni è più attuale che mai. I cambiamenti climatici si assommano a una mancata cura del territorio, come hanno dimostrato gli allagamenti del 20 ottobre scorso.

«Dal 2017 ad oggi non è cambiato nulla. Continuiamo a vivere con l’apprensione ogni volta che si verificano copiose precipitazioni. Continuiamo a essere sotto pressione e ad avere paura ad ogni pioggia intensa; il ponte di Sorbolo resta una struttura inadeguata, che può portare al collasso all’intero territorio – dichiara il sindaco Fiumicino – Oggi, dopo sette anni, anziché curare il territorio le conseguenze dell’incuria ricadono ancora una volta sui cittadini. E purtroppo resta il tema della mancata manutenzione e pulizia degli alvei dei fiumi. Un sistema che ancora una volta, con i recenti allagamenti a Cadelbosco Sopra e a Santa Vittoria di Gualtieri, ha dimostrato la criticità in particolare dell’ultimo tratto del torrente Crostolo».

Numerose persone del comitato, nelle ultime settimane, hanno portato aiuto ai cittadini di Cadelbosco trasformandosi in angeli del fango poiché «noi ci siamo passati, sappiamo cosa si prova». «La solidarietà con Cadelbosco è stata spontanea e naturale, per i residenti di Lentigione – prosegue Fiumicino – Così come è stato naturale per i cittadini unirsi e mobilitarsi come parte attiva nel processo. Speriamo vivamente che tutto ciò sia servito a qualcosa». «È uno schiaffo ai cittadini di Lentigione e del Comune di Brescello tutto – ha detto l’ex sindaco Elena Benassi – Un processo zoppo, sin dall’inizio, che desta più di una perplessità, anche perché sul piano tecnico le responsabilità adducibili agli imputati sono apparse da subito chiare: la mancata manutenzione delle casse di espansione, aver trascurato il cosiddetto tratto di corda molle (tratto dell’arginatura con sommità più bassa), ma soprattutto la gravissima sottovalutazione generale dell’allerta. Oggi è stato ribadito e sottolineato più volte, dai difensori delle parti civili, come gli imputati abbiano sottovalutato il rischio, confermato anche dall’omessa segnalazione alla popolazione e la mancata richiesta di posizionamento dei sacchetti sul tratto di corda molle».  © RIPRODUZIONE RISERVATA