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Sulla Reggio-Ciano

Ubriaca, creò il panico percorrendo due chilometri sui binari: infermiera a processo

Ubriaca, creò il panico percorrendo due chilometri sui binari: infermiera a processo

La 59enne era al volante sotto l’effetto di psicofarmaci

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Cavriago Al volante sotto l’effetto di un mix di psicofarmaci, ha percorso due chilometri sulla rete ferroviaria Reggio-Ciano interrompendo il transito ferroviario e danneggiando binari e sistema elettrico. Si è aperto davanti al giudice monocratico Maria La Nave il processo a carico di una donna di 59 anni, infermiera residente in val d’Enza, alla sbarra per guida in stato di ubriachezza e sotto l’effetto di sostanze psicotrope.

Il 13 agosto 2021, a mezzanotte e mezza, una residente di Cavriago chiama i carabinieri: c’è un’auto ferma con fari e motore accesi sulla ferrovia locale. Ai militari arrivati sul posto la residente indica un piccolo sentiero pedonale che porta ai binari di via Guardanavona, dove in effetti viene trovata una Chrysler Voyager nera con a bordo una donna in stato confusionale: ai carabinieri, che le pongono diverse domande avvertendo un forte odore di alcol nell’abitacolo, la conducente risponde pronunciando frasi sconnesse. Mentre un’ambulanza soccorre l’automobilista, i carabinieri contattano le ferrovie dello Stato «al fine di bloccare i transiti ferroviari e scongiurare catastrofi». Prima i vigili del fuoco e poi una società specializzata provvedono a mettere in sicurezza e in seguito a rimuovere la monovolume, con gli pneumatici squarciati rimasti incastrati tra le traversine dei binari.

Notando innumerevoli scheggiature lungo la linea, i carabinieri richiedono, tramite la centrale operativa, l’intervento del responsabile tecnico di quel tratto ferroviario, che riscontra gravi danni al sistema elettrico dal passaggio a livello di via Guardanavona (dove con tutta probabilità è entrata l’auto) fino al punto dove è ferma l’auto: avrebbe percorso ben due chilometri. Per fortuna a quell’ora non passano convogli sulla Reggio-Ciano.

In ospedale la donna, sottoposta agli esami, è risultata in stato di alterazione: oltre a un tasso alcolemico di 1,49 grammi per litro (il massimo consentito è 0,50), aveva assunto il Diazepam, uno psicofarmaco della classe delle benzodiazepine (come il Valium o l’Ansiolin); per lei è stato disposto il ritiro della patente. «Contestiamo questa ricostruzione, a nostro avviso i fatti non sono stati chiariti», ha detto l’avvocato difensore Vainer Burani.