Atti sessuali sull’allieva 14enne L’educatore condannato a 4 anni
Accolta la tesi della difesa, il 53enne chiede i domiciliari in comunità religiosa
i Ambra Prati
Reggio Emilia «È l’imputato a essere immaturo». È a questo punto dell’arringa della difesa che la madre della minorenne, presente in udienza insieme al marito e padre della ragazzina, è scoppiata a piangere, sopraffatta dal dolore. Dolorosa sotto ogni punto di vista, la vicenda dell’educatore spirituale di 53 anni giudicato per aver avuto rapporti sessuali con una 14enne della parrocchia a lui affidata. Vicenda che si è conclusa ieri in primo grado con una condanna a 4 anni, in rito abbreviato (con lo sconto di un terzo della pena), per atti sessuali su minore, l’interdizione perpetua dall’insegnamento, il divieto di avvicinare i minori e i luoghi che frequentano e un anno e mezzo di libertà vigilata. L’accusa aveva proposto 7 anni, 10 mesi 10 giorni più un anno e mezzo di libertà vigilata per il reato, molto più grave, di violenza sessuale su minore di 14 anni: con questo reato, che è stato riqualificato, l’educatore rischiava fino a 16 anni. Riconosciuta una provvisionale di 50mila euro alla ragazzina e di 20mila euro ai genitori.
Padre e madre, a fine udienza, hanno ricevuto le scuse dell’uomo e si sono chiusi nel silenzio, facendo intendere di cercare una serenità perduta e forse incrinata per sempre.
Il 53enne (ex educatore ed ex insegnante di religione alle superiori) era accusato di aver avuto svariati rapporti sessuali con la ragazzina: la prima volta durante un ritiro di preghiera in vista della Pasqua a Viserbella di Rimini. Da qui l’imputazione di violenza sessuale con due aggravanti (l’età della ragazzina e il ruolo dell’educatore). L’indagine è scattata nel maggio 2023 quando la sorella maggiore ha scoperto una chat inequivocabile ed è diventata pubblica il 19 agosto 2023, quando l’educatore del quale la famiglia si fidava è stato arrestato. Nell’interrogatorio di garanzia l’adulto si difese negando solo la violenza: sarebbe stato un rapporto consenziente, a suo avviso la ragazzina lo avrebbe sedotto e lui avrebbe ceduto dopo 15 anni di castità.
Il processo è durato oltre tre ore. Nella requisitoria il pm Maria Rita Pantani ha descritto l’imputato come «un predatore seriale», che aveva atteggiamenti ambigui anche con altre ragazzine (ma nessuna di queste ha avuto il coraggio di denunciare gli inviti a vedersi al di fuori della parrocchia) e che avrebbe approfittato della fragilità della 14enne, più vulnerabile delle sue coetanee, per bruciare le tappe.
L’avvocato di parte civile Alessia Catenacci, accanto ai genitori, si è associata all’accusa e ha chiesto una provvisionale totale di 200mila euro, sottolineando le gravi conseguenze psicologiche per la ragazzina, che ha avuto parecchi disturbi. Una minore devastata, che ha sofferto in solitudine poiché nessun altro si è costituito parte civile, ha rincarato il pm Pantani, mentre il 53enne ha ricevuto visite in cella da parte di amici legati al suo movimento religioso.
«Un momento di debolezza», secondo l’avvocato difensore Liborio Cataliotti, che avrebbe fatto commettere all’educatore «un macroscopico errore, nella inconsapevolezza di approfittare di un soggetto fragile»; un «episodio isolato», «un unicum» nella vita irreprensibile del 53enne.
L’avvocato difensore ha chiesto il minimo della pena, la riqualificazione del reato da violenza sessuale ad atti sessuali su minore (era l’imputazione originaria, la differenza può sembrare minima ma ha notevoli effetti sul range di pena che si dimezza, passando da 4 a 8 anni), la concessione delle attenuanti generiche e infine gli arresti domiciliari.
È passata quest’ultima tesi, nella sentenza emessa poco dopo le 15 dal gip Andrea Rat. Il giudice per le indagini preliminari si è riservato su un’unica richiesta difensiva: i domiciliari in una comunità religiosa, che potrebbe provvedere al 53enne. Il giudice si è preso tre giorni di tempo per riflettere. Per ora l’educatore spirituale è tornato in carcere a Gorizia.
«È stata ripristinata correttamente la qualificazione del fatto con un drastico ridimensionamento della pena», ha detto l’avvocato Cataliotti. l