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Inchiesta hacker

Dossieraggi, i viaggi in Puglia di Giulio Cornelli per incontrare il finanziere infedele

Evaristo Sparvieri
Dossieraggi, i viaggi in Puglia di Giulio Cornelli per incontrare il finanziere infedele

Il reggiano teneva i rapporti con Giuliano Schiano: per fornire le informative chiedeva 1.300 euro al mese

29 ottobre 2024
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Reggio Emilia Due viaggi in Puglia. E un accordo su uno compenso da 1.300 euro mensili, il prezzo da pagare per le informazioni riservate. È uno degli episodi che emerge nell’inchiesta hacker della Dda di Milano che ha smantellato un mercato illegale di dossier. L’indagine ruota attorno all’agenzia Equalize e ha fra i principali indagati il 38enne reggiano Giulio Cornelli, amministratore e socio unico della Develope And Go (Dag), con sede a Reggio in via Gandhi 20, e Nunzio Samuele Calamucci, socio della Mercury Advisor, hacker, consulente informatico e investigativo, entrambi finiti ai domiciliari. Stessa misura cautelare anche per l’ex super poliziotto e ad dell’agenzia Equalize, Carmine Gallo, e per l’amministratore unico della Mercury Advisor, Massimiliano Camponovo. Oltre cinquanta gli indagati, fra i quali tre reggiani.  Per tredici indagati è stata ipotizzata l’associazione a delinquere.

Lo “stipendio” da 1.300 euro al mese è quello “concordato” fra Cornelli e Giuliano Schiano, maresciallo della Finanza in servizio alla Dia di Lecce, ora sospeso, perché quest’ultimo continuasse a fare il terminale delle richieste di accessi abusivi per quella che è stata ora ribattezzata la banda dei dossier. Un “servizio” che da Schiano si voleva in maniera esclusiva. L’inchiesta ha portato alla luce un’associazione a delinquere di cui il 38enne reggiano – che si faceva chiamare anche “John” o “John Bologna” – è considerato il «tecnico», colui – scrive il gip di Milano nella sua ordinanza – che «si occupava di tutte le attività illegali del sodalizio comprese le intercettazioni abusive». È Cornelli ad avanzare la maggior parte delle richieste di accessi a Schiano, chiamato spesso anche il “boss”. Ed è lo stesso Cornelli che per due volte si reca in Puglia per incontrare il finanziere. Il primo viaggio avviene l’8 febbraio 2023, direzione Lecce.

Cornelli viene pedinato dalle forze dell’ordine. Prima di partire, parla di Schiano con Calamucci, definendo il finanziere «molto paranoico». Il motivo? «Schiano viene definito tale perché evidentemente, consapevole dell’assoluta illiceità dei propri comportamenti, vuole evitare il più possibile cli essere associato a coloro i quali sono i destinatari degli esiti dei di lui accessi abusivi allo Sdi, specie nel luogo in cui svolge la propria attività lavorativa», scrive il gip. C’è infatti qualche problema. E qualche mese dopo il viaggio, Cornelli ne parla sempre con Calamucci. Schiano, durante un periodo di ferie, ha chiesto a un collega il compito di fare alcuni accessi alla banca dati. Ma il collega deve spiegare a un superiore il motivo di quegli accessi. Il sistema messo in piedi dal gruppo potrebbe rischiare di venire a galla. Il collega se la cava e riesce a dare una spiegazione plausibile degli accessi. Ma il rischio “smascheramento” c’è ancora. E poi sorge anche un altro dubbio. Gli accessi abusivi in questione non sono fra le richieste avanzate dal gruppo. Che ci siano concorrenti che ricorrono allo stesso Schiano?

Il “boss” continua ad essere particolarmente agitato. E il sospetto della concorrenza prende sempre più forma. Il gruppo però dal maresciallo vuole una sorta di “esclusiva”. E si vuole evitare il rischio che Schiano si “bruci” come fonte. Oppure che il suo collega, di fronte a un possibile procedimento disciplinare, possa spifferare tutto. Si rende necessario un secondo viaggio. È quanto avviene il 5 ottobre 2023, direzione Bari questa volta. Anche in questo caso le forze dell’ordine hanno messo in atto dei sistemi per controllare gli spostamenti del 38enne reggiano e del maresciallo. Dopo l’incontro, Cornelli riferisce sempre a Calamucci e gli spiega la situazione. Sia rispetto ai “servizi” forniti dal finanziere ad altri gruppi concorrenti, sia rispetto al pericolo di venire scoperti. L’idea che matura fra i due era stata quella di convincere Schiano a dire al gruppo concorrente di sentirsi sotto pressione e di non poter fare più accessi per mesetto: una «exit strategy», un’uscita di scena temporanea che il tempo avrebbe reso definitiva. Quanto al loro rapporto “esclusivo”, viene garantito al finanziere che la “tecnica” della mimetizzazione delle notizie lo avrebbe tenuto al sicuro da possibili smascheramenti. Schiano si tranquillizza, ma ha una richiesta. Quale? Un aumento di 100 euro, per un compenso finale di 1.300 euro al mese. Il prezzo per fornire informazioni riservate e segrete. l © RIPRODUZIONE RISERVATA