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L’inserto “Campioni!”

La lunghista 17enne Sofia Galeotti: «Voglio arrivare agli italiani»

Alice Benatti
La lunghista 17enne Sofia Galeotti: «Voglio arrivare agli italiani»

Studentessa-atleta del liceo Ariosto-Spallanzani, al Campo di Via Melato si allena anche sulla velocità

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«Durante il riscaldamento penso alla tecnica. Ma in pedana, durante la gara, cerco di staccare la testa. Quando salto è il corpo a fare tutto. E se il risultato è bello mi emoziono perché è la prova che tutte le ore di allenamento sono servite».

Sofia Galeotti, 17 anni, studentessa-atleta del liceo reggiano Ariosto-Spallanzani, il salto in lungo lo ha abbracciato relativamente da poco (era l’anno della sua terza media quando ha mollato la ginnastica artistica per l’atletica) eppure, negli ultimi due anni, ha ottenuto un risultato che pochissime ragazze riescono a raggiungere in una vita: la partecipazione ai campionati italiani (con la sua società, la Self Atletica), che l’hanno vista per ben due volte arrivare quinta, appena fuori dal podio. Prima nella stagione 2023 outdoor, poi in quella indoor 2024. Sempre un altro prezioso quinto posto lo ha conquistato nella staffetta 2024 outdoor. Perché è anche velocista, nonostante sia il salto in lungo la specialità in cui ha scoperto essere più dotata allenandosi con costanza al campo di via Melato insieme ai suoi preparatori Federico Menozzi e Stefano Cucchi. «Mi alleno tutti i giorni, tranne il mercoledì e la domenica - racconta Sofia - quest’anno voglio migliorare le mie prestazioni e arrivare agli italiani, che stavolta saranno più difficili da raggiungere». L’atletica, ad oggi, per lei conta moltissimo, ma si dice consapevole che sia «davvero difficile intraprendere una carriera sportiva». «Spero di portare avanti questa mia passione il più possibile ma farò sicuramente l’università - annuncia sicura - non so ancora cosa farò, ora sono al penultimo anno di liceo, ma sicuramente sarà in ambito scientifico».Tornando al presente, se oggi la 17enne reggiana riesce a dedicare così tanto tempo allo sport è anche grazie al progetto formativo studenti-atleti cui possono accedere coloro che, come lei, sono impegnati in attività sportiva agonistica e continuativa. «Per me conta moltissimo farne parte - confida Sofia alla Gazzetta - perché è davvero un grande aiuto avere le interrogazioni programmate, usufruire di permessi per poter partecipare alle gare e fare trasferte, sforare il limite di ore di assenza in caso di bisogno». E alla domanda se queste condizioni di favore le fanno attirare le invidie dei suoi compagni di classe risponde che «no, capiscono, così come i professori». «In questo - sottolinea - aiuta sicuramente il fatto che non sono l’unica: nella mia classe ci sono altri due studenti-atleti: due fanno nuoto, uno basket».Certo, comunque, conciliare lo studio con lo sport a livello agonistico non è semplice, ma Sofia assicura che, pur con qualche sacrificio (che significa riposarsi poco e rinunciare a qualche uscita con gli amici) ci riesce bene. «L’atletica è importante ma so che anche lo studio lo è - conclude -. Continuerò ad impegnarmi al massimo per avere buoni voti anche se questo richiederà tanto impegno. Ad ogni modo, il sabato sera, quello con le mie amiche è un appuntamento fisso»