Gazzetta di Reggio

Cadelbosco Sopra Soni e Nisha sono marito e moglie, si sono trasferiti dall’India una ventina di anni fa e hanno scelto Villa Seta, paese alle porte di Reggio Emilia, come luogo di residenza. Una casa di fronte al circolo sociale e al parco, i figli piccoli e un lavoro da autista in città. Una vita regolare, insomma, almeno sino alla terribile alluvione dello scorso fine settimana. Soni e Nisha escono dalla loro casa in via Ponte Forca 90 con ombrello e stivali stando attenti a non mettere i piedi nelle pozzanghere: dai loro volti è evidente la disperazione per queste ore così assurde che stanno vivendo: «Da quando sono qui, non mi era mai capitato tutto ciò– dice il marito–. Il nostro pavimento è ricoperto d’acqua, i mobili sono tutti da buttare e non funziona alcun nostro elettrodomestico. Non sono andato al lavoro in questi giorni, la mia priorità è ora rendere agibile la nostra casa».

Anche loro, come gli altri residenti di Villa Seta, giudicano il servizio di emergenza non ineccepibile, con le conseguenze che si riflettono sulle famiglie: «Ha cominciato a piovere forte sabato scorso, ma l’acqua è entrata in casa tra domenica e lunedì– prosegue Soni–. La Protezione Civile è intervenuta con i sacchi di sabbia per fermare la corsa dell’acqua, ma è una soluzione che dà pochi benefici. Abbiamo passato la notte a Villa Argine, vedremo per quelle successive cosa succederà. Questa comunque è la mia casa, dove vado? Ho dei figli piccoli, come spiego loro tutto questo?». «Ogni tanto passa qualcuno davanti a casa mia, fa dei video e poi va via senza offrire un minimo di aiuto: è vergognoso. Siamo ancora vivi – conclude – ma adesso bisogna pensare velocemente a un piano di ripartenza».  © RIPRODUZIONE RISERVATA