Gazzetta di Reggio

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Alluvione, «Agricoltura martoriata, dare priorità alla messa in sicurezza del territorio»

Alluvione, «Agricoltura martoriata, dare priorità alla messa in sicurezza del territorio»

L’appello del presidente regionale di Confagricoltura Marcello Bonvicini

20 ottobre 2024
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Da Parma a Reggio, Modena, Ferrara e Bologna, l’agricoltura è finita di nuovo sott’acqua con danni importanti agli impianti frutticoli e viticoli, alle orticole in campo, alle barbabietole da zucchero ancora da raccogliere, alle semine bloccate dei cereali autunno-vernini, ma anche alle strutture aziendali: serre, magazzini di stoccaggio, cantine e stalle.

«Gli agricoltori così non possono più andare avanti e men che meno programmare il futuro - è l’ennesimo appello del presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini, diramato nel giorno del dolore per la perdita della diciottesima vita umana a causa delle alluvioni che da maggio dell’anno scorso sferzano il territorio regionale -. Molte delle aziende colpite dalla nuova ondata di maltempo, non hanno nemmeno finito di anticipare le spese per i danni di precedenti eventi catastrofali quali gelate, trombe d’aria, allagamenti e fenomeni franosi». Poi conclude: «Agricoltura martoriata, paesi allo stremo e comunità che piangono 18 vittime in meno due anni: abbiamo bisogno del sostegno delle istituzioni, occorrono politiche per la messa in sicurezza del territorio e un sistema di gestione del rischio che sappia davvero tutelare le produzioni agricole, con adeguate coperture assicurative».

Da ieri le piogge incessanti hanno travolto, addirittura per la terza volta in un anno, i terreni agricoli e le stalle nella zona di Fidenza e Castione Marchesi fino a Busseto, nel Parmense; poi i vigneti nella zona di Cadelbosco di Sotto dove il canale Tassone e il torrente Crostolo hanno rotto gli argini, in provincia di Reggio Emilia; la zona di Carpi e Bomporto nel Modenese e quella di Campotto nel Ferrarese, già devastata dalle altre tre alluvioni. Si sono allagate anche le colture nell’hinterland bolognese a Budrio, Anzola, Castel Guelfo, Imola, Malalbergo e Baricella, come a Casalecchio, San Lazzaro, Pianoro e Monterenzio.