Gazzetta di Reggio

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L’intervista

Vegetariani flessibili con la carne. «La dieta flexitariana è il futuro»

Alice Benatti
Vegetariani flessibili con la carne. «La dieta flexitariana è il futuro»

La manager reggiana di Puratos Group Federica Galli spiega i benefici per la salute. «Appare evidente il collegamento di questo regime alimentare con la sostenibilità»

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Reggio Emilia Vegeteriani ma flessibili con la carne. Si chiamano flexitariani perché pur prediligendo piatti a base vegetale, alle proteine di origine animale non rinunciano del tutto. Quindi cereali integrali, legumi, semi, tofu, tempeh, verdura e frutta ma, seppur occasionalmente, a tavola mettono anche carne, pesce, uova e latticini.

«Prima del 2010 – spiega Federica Galli, Health & Well-Being R&D manager di Puratos Group, che lo scorso 10 ottobre ha approfondito questa tema intervenendo al BCI Forum che si è tenuto all’Aruba Data Center di Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo – la dieta plant-based si seguiva per ridurre lo sfruttamento degli animali, successivamente a questo fattore, che comunque resta centrale, si sono aggiunti i benefici per la salute dell’uomo. Guardando poi al futuro, appare sempre più evidente il collegamento della dieta flexitariana con la sostenibilità».

Proprio alla manager reggiana abbiamo chiesto di spiegarci meglio questa dieta che sta attirando sempre di più l’interesse dei consumatori.

Federica Galli, c’è chi per la prima volta ha sentito parlare di dieta flexitariana da star come Paul McCartney, Gwyneth Paltrow e Cameron Diaz. Per altri, invece, è ancora sconosciuta. Cosa c’è da sapere oltre al fatto che è semivegetariana proprio perché non chiede di rinunciare del tutto a carne e pesce?

«Non è un caso che a parlarne siano state star internazionali che culturalmente sono lontane dalla dieta mediterranea, l’unica riconosciuta a livello mondiale dall’Oms come ideale per la salute. Seguire la dieta flexitariana è un modo per avvicinarsi a quest’ultima. In generale, infatti, regimi alimentari che si rifanno allo stile di vita “americano” molto spesso includono troppe proteine e, soprattutto, molte proteine di origine animale. Per noi italiani, invece, la dieta flexitariana è tutt’altro che distante dal regime alimentare che seguivano i nostri nonni. Infatti, molti dei suoi piatti sono già presenti sulle nostre tavole: zuppe toscane, pasta al pomodoro o con i piselli, pasta alla norma, fino ai più moderni hamburger di legumi. Seguire questa dieta significa scegliere principalmente piatti vegani senza rinunciare a una grigliata di carne la volta che arriva un invito. In generale, però, le proteine di origine animale sono da prediligere magre e questo significa preferire il pesce alla carne, soprattutto quando si parla di carni rosse e di suino».

Quanti sono oggi in Italia i flexitariani?

«Circa il 23% e il trend è in crescita: anche solo cinque anni fa la percentuale era molto diversa. A livello mondiale ben il 40% della popolazione mondiale segue un’alimentazione sempre più basata su prodotti di derivazione vegetale. Tutte persone che, a pieno titolo, si possono chiamare flexitariane».

Come si posizionano i dolci in questa dieta?

«Sulle tavole di tutti, e quindi anche dei flexitariani, i dolci possono esserci ma con moderazione. Le direttive dell’Oms dicono che non bisognerebbe introdurre più di 50 grammi di zuccheri al giorno».

Chi segue questa dieta unisce dunque la questione etica del benessere animale a quella della sostenibilità. È anche una scelta di salute?

«Certo. Il 64% la segue perché considera più sana una dieta a base prevalentemente vegetale. Effettivamente, privilegiare alimenti di tipo plant-based all’ interno del regime alimentare giornaliero aiuta ad aumentare il consumo di fibre, importantissime per la salute, ma spesso sottovalutate e, parallelamente, a ridurre il consumo di grassi saturi a beneficio degli insaturi».