Tre colpi nel bosco e poi Marco è caduto a terra: si indaga per omicidio colposo
I carabinieri hanno identificato i cacciatori che erano alla battuta di caccia al cinghiale: bisogna capire da quale arma è partito il proiettile
Casina È stato colpito da una fucilata mentre raccoglieva castagne nel bosco ed è morto in pochi istanti nel paese di cui era originario e dove era tornato a vivere dopo la pensione. Al momento della tragedia era in corso una battuta di caccia al cinghiale, e una fitta nebbia avvolgeva la zona. Le esplosioni udite dai testimoni sarebbero state tre. Marco Gentili, 68 anni, mercoledì mattina aveva deciso di aiutare il suo amico e omonimo Marco nel castagneto all’interno del bosco La Garbaglia, tra il cimitero di Leguigno e Trezzara, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione.
Un colpo di fucile di un cacciatore l’ha colpito all’inguine, ponendo rapidamente fine alla sua vita. La tragedia ha scosso l’Appennino reggiano, in particolare la frazione di Leguigno, nel Comune di Casina: erano da poco passate le 9 quando sono stati attivati i soccorsi. Sono intervenuti immediatamente i carabinieri di Casina e di Castelnovo Monti, la polizia locale e il Soccorso Alpino e Speleologico, ma per Marco Gentili non c’era più niente da fare. L’amico gli ha praticato inutilmente il massaggio cardiaco con le manovre di primo soccorso che aveva imparato proprio insieme alla vittima durante un corso della Croce Rossa, ma ogni tentativo è stato vano.
L’ipotesi più probabile, anche se le indagini sono ancora in corso, è che Gentili sia stato scambiato per un cinghiale, poiché era in corso una battuta di caccia nell’area boschiva, di cui fa parte anche il castagneto. La visuale era fortemente ridotta a causa della nebbia e degli alberi del bosco, e lo sparo, partito da circa 200-300 metri dal luogo in cui è stato ritrovato il corpo, è stato probabilmente provocato dai movimenti dell’uomo, intento a spostarsi mentre raccoglieva le castagne.I militari hanno interrogato gli oltre 20 cacciatori presenti, molti dei quali accompagnati dai cani.
Questi cacciatori fanno parte della squadra di Leguigno dell’Atc Re 3 e hanno come base la Casa della Caccia, punto di ritrovo con cucina situato lungo la strada principale del paese. I carabinieri hanno individuato, con l’aiuto dei testimoni, il punto da cui è partito lo sparo e sequestrato alcune armi. I colpi esplosi sarebbero stati tre, anche se uno solo lo ha colpito. Gli accertamenti sono dunque a carico di tre persone per cercare di capire da quale arma è partito il colpo fatale.
A Leguigno è arrivato anche
il sostituto procuratore Denise Panoutsopoulos . L’ipotesi di reato è omicidio colposo. I tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Emilia Romagna, dopo la constatazione del decesso da parte del medico dell’automedica intervenuta e l’autorizzazione del magistrato, hanno provveduto a rimuovere il corpo, posizionandolo prima sulla barella e poi su una jeep per trasportarlo fuori dal bosco. Marco Gentili era nato a Leguigno, ma si era trasferito prima a Casina e poi a Reggio Emilia, dove aveva lavorato come assistente sanitario e coordinatore infermieristico al Sert dell’Ausl, il servizio per le tossicodipendenze. Dopo aver raggiunto la pensione, aveva lasciato la casa di via Lolli a Reggio ed era tornato a Leguigno, dove stava ristrutturando l’abitazione che apparteneva alla madre. Gentili lascia i figli Marta e Gabriele, la moglie Stefania, da cui era separato, un fratello (Augusto, psichiatra oggi in pensione) e una sorella (Giuseppina, preside dell’Istituto Comprensivo di Castelnovo Monti). ©