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Alessandro Barbero racconta la nascita della bandiera Tricolore

Giulia Bassi
Alessandro Barbero racconta la nascita della bandiera Tricolore

Lo storico, professore e divulgatore ha stregato la platea gremita del Teatro Farnese

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Reggio Emilia «Mamma mia che posto! Grazie di avermi invitato». Alessandro Barbero inizia così la sua lectio magistralis su “La campagna d’Italia di Napoleone e la nascita del Tricolore”, con il suo inconfondibile sorriso e la candida semplicità. Le sue parole, proprio per questo, ancora una volta vanno a segno arrivando a tutta alle 700 persone (la massima capienza) in platea al Teatro Farnese, a Parma. 

Questo il luogo giustamente oggetto di meraviglia da parte del popolare storico torinese che incentra l’intervento sulla Battaglia di Montechiarugolo del 4 ottobre 1796 quando la Guardia Civica della Repubblica Reggiana e alcune milizie francesi misero sotto assedio il castello in cui si era rifugiata una colonna di soldati austriaci in fuga da Mantova. Quella battaglia che ha per protagonista il popolo reggiano va considerata – ha sottolineato Barbero – la prima insurrezione di marca risorgimentale conseguenza del nuovo senso di patriottismo che cominciava a infervorare gli animi a seguito degli ideali di libertà della rivoluzione francese penetrati in Italia. Insieme ad essi, si fa largo la convinzione che, tali ideali, possano essere racchiusi nei colori della bandiera, concetto non scontato – ribadisce più volte lo storico – nato anch’esso in Francia sempre in quegli anni. Ne scaturisce un racconto fascinoso e avvincente, una storia tutta italiana che ha per protagonista un’umanità contraddittoria com’è il nostro popolo da sempre. Barbero lo articola in lungo e in largo, rispettando tutti gli snodi, dando importanza con equità alle luci e alle ombre supportato da un’efficacissima declamazione attoriale. E così ha tenuto incollata la platea. «La battaglia? Gli austriaci le stavamo prendendo dai francesi. Quella di Montechiarugolo era la prima volta che un reperto militare italiano, una guardia civica, la guardia civica di Reggio Emilia, effettivamente andava ad affrontare un reparto austriaco sconfiggendolo. Lo scontro di per sé è poca cosa, però simbolicamente ha un’eco enorme. Ne parlano i giornali di Parigi: della serie gli italiani si sono svegliati! La storia del Tricolore è una storia complicata del fatto che già anni prima i patrioti avevano sentito il desiderio di una bandiera nazionale e si partiva da quella francese naturalmente, rossa bianca e blu… bisognava cambiare qualcosa». La scelta del colore verde si rifà ad un episodio importantissimo ricordato da Barbero, riguardante Luigi Zamboni, lo studente bolognese che nel 1794 nella sua città fu protagonista di una sommossa che mirava al sequestro del legato pontificio, alla liberazione dei carcerati politici e alla distribuzione delle armi al popolo.

Di Zamboni, Barbero riporta le parole riguardanti la necessità di “trovarsi insieme attorno ad un vessillo con i colori banco, rosso e verde”. Decisamente emozionante è stata questa parte dell’intervento dedicata alle infiammate parole dello studente riportate integralmente. In ogni caso la Battaglia di Montechiarugolo, fu destinata ad avere una tale eco che lo stesso Napoleone donò alla città di Reggio Emilia 4 cannoni e 500 fucili e Ugo Foscolo definì i patrioti reggiani «primi veri italiani e liberi cittadini». Napoleone donò uno dei primi stendardi tricolore con la scritta “Montechiarugolo”, forse il primo prototipo di bandiera italiana insieme a quello della Legione Lombarda e Andrea Rivasi di Cavriago, l’unico morto di quello scontro, sarà considerato il primo a versare il proprio sangue per la libertà. Alla lectio magistralis ha partecipato Valentina Galloni, dirigente dell’assessorato alla Cultura del Comune di Reggio, insieme a Matteo Franzoni vicesindaco del Comune di Cavriago. Una lectio organizzata nell’ambito di due momenti organizzati dal Comune di Montechiarugolo, in collaborazione con il Comune di Parma, il Complesso Museale della Pilotta e il contributo di Maestro Performing Artists from Zeffirelli Foundation. Il giorno precedente aveva infatti avuto luogo uno spettacolo-concerto “Sulle note del Tricolore”, scritto da Matteo Corati e Andrea Signorini, alla quale ha partecipato il tenore Paolo Barbacini, in cui si è evocato attraverso il teatro, le arie d’opera e la musica sinfonica, l’atmosfera culturale di quell’epoca.l © RIPRODUZIONE RISERVATA