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Il convegno

Cottarelli dice sì al nucleare, «ma si faccia il referendum»

Serena Arbizzi
Cottarelli dice sì al nucleare, «ma si faccia il referendum»

Il professore Unimore ospite del Rotary all’aula magna Unimore Manodori

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Reggio Emilia «Sono sempre stato a favore dell’energia nucleare: è chiaro che ci sono dei rischi legati alle scorie, soprattutto. Ma i rischi sono da valutare con la produzione di qualunque forma di energia. Serve però passare dal referendum per il ritorno al nucleare». Il professore Carlo Cottarelli è stato relatore, nel tardo pomeriggio di ieri, del convegno intitolato: “L’economia italiana: l’ultimo quarto di secolo e... il prossimo”, organizzato dal Rotary Club Reggio Emilia-Val di Secchia. Docente universitario, editorialista, ex direttore del Fondo monetario internazionale ed ex commissario di Governo alla “spending review”, Cottarelli, a margine dell’intervento ha espresso parere positivo a uno dei temi dell’agenda economica, ovvero il possibile ritorno al nucleare. «Sono di Cremona e quand’ero ragazzino andavo in bicicletta a vedere la centrale di Caorso – ricorda –. Bisognerebbe avere un referendum per tornare al nucleare».

Nel corso dell’evento è stato anche possibile acquistare il libro del professore, intitolato: “Dentro il palazzo” (Mondadori). «Dentro il palazzo c’è una cosa che uno non si aspetta: vedere quanto poco fa il Parlamento nello scrivere davvero le leggi: le leggi, infatti, le scrivono sempre più i Governi. Questa stortura si raddrizza evitando l’abuso dei decreti legge. Ancora, con un sistema elettorale in cui si torna alle preferenze, con i cittadini che scelgono chi va a rappresentarli. E non con chi viene messo in cima alla lista perché sei fedele al capo del partito quindi in Parlamento ci vai perché sei disposto a prendere ordini».

Introdotto dal presidente 2024/2025 del Rotary Club Reggio Emilia-Val di Secchia, Ermanno Ruozzi, e intervistato dal dottor Giovanni Fracasso, Cottarelli ha tenuto una lectio magistralis davanti a numerosi protagonisti della vita economica, civile e istituzionale della provincia e non solo.

«È ritornata l’inflazione con l’aumento dei prezzi: eravamo abituati al 2 o 3 per cento – argomenta Cottarelli –. Tra il 2021 e il 2022 in Europa siamo arrivati a oltre il 10 per cento. Questo ha colpito chi percepisce il reddito fisso, con una perdita netta sul potere di acquisto». La spinta alla domanda è stata troppo forte da parte delle istituzioni, «ma non c’era mai stata una crisi come quella del Covid». Sono dunque iniziate azioni restrittive e l’economia ha iniziato a rallentare.

Cottarelli indica che dalla fine del 2022, con il governo Meloni, siamo cresciuti dello 0,8 per cento, l’Europa intorno all’1 per cento. «Siamo nella media – indica l’economista –. Cresciamo più della Germania, meno di Spagna e Portogallo».