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Reggiolo: litiga in cantiere, minaccia datore di lavoro e colleghi e spara

Reggiolo: litiga in cantiere, minaccia datore di lavoro e colleghi e spara

Un calabrese di 39 anni residente nella Bassa Mantovana arrestato dai carabinieri: voleva gli straordinari e ha brandito una pistola

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Reggiolo Dopo un violento diverbio con alcuni colleghi e il titolare dell'azienda per cui lavorava, un 39enne calabrese residente nella bassa mantovana ha minacciato di uccidere il datore di lavoro brandendo una martellina. Allontanatosi dal luogo, è poi tornato armato di una pistola, puntandola in faccia a un collega e minacciando di sparargli alla testa. Ha successivamente rivolto l'arma verso il titolare, proferendo minacce di morte. Dopo aver sparato un colpo, andato a vuoto, l'uomo ha raccolto il bossolo e si è dato alla fuga.

L'intervento dei carabinieri della stazione di Fabbrico, allertati dal 112, ha permesso di raccogliere i primi elementi dai testimoni presenti. Le indagini, condotte dai carabinieri di Reggiolo, hanno portato all'identificazione del 39enne come presunto responsabile dei reati di minaccia aggravata, porto abusivo di armi e accensioni ed esplosioni pericolose.

La procura di Reggio Emilia, sotto la direzione del procuratore Calogero Gaetano Paci, ha richiesto e ottenuto dal Tribunale un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita il 28 settembre dai carabinieri di Reggiolo che hanno arrestato l'uomo.

I fatti risalgono alla mattina del 3 luglio scorso. L'indagato, dopo aver rifiutato di aiutare i colleghi a sistemare le attrezzature del cantiere, sostenendo che avrebbe dovuto essere retribuito come straordinario, ha minacciato il titolare brandendo una martellina e urlandogli: “Ti uccido, ti spacco la testa”. Separato dai colleghi, ha aggiunto: "Adesso torno con la pistola e vediamo!".

Dopo essersi allontanato, è tornato circa mezz'ora dopo con una pistola in mano. Ha minacciato un collega puntandogli l'arma alla testa, dicendo: "Ti sparo in testa". Solo l'intervento degli altri operai ha evitato il peggio. Nel frattempo, l'uomo ha abbassato la pistola ed esploso un colpo in direzione di una siepe perimetrale, aggiungendo: “Al geometra gli faccio un buco in testa, proprio così”.

Le indagini, basate sulle testimonianze concordanti dei presenti, hanno consentito di raccogliere elementi sufficienti per l'arresto del 39enne, che ora si trova in carcere.