Patente a crediti per la sicurezza sui cantieri: ecco come funziona
Da martedì 2 ottobre entra in vigore, ma edili e sindacati sono divisi
Con la «patente a crediti» che entra in vigore da oggi i cantieri edili diverranno off limits per le imprese che non rispetteranno precise regole legate alla sicurezza. Senza questo documento, infatti, sotto una certa soglia di punteggio le aziende non potranno più eseguire lavori. L’obiettivo, per l’esecutivo Meloni, è ovviamente scongiurare l’altissimo numero di morti e feriti sul lavoro, incidenti che si verificano praticamente ogni giorno in Italia. Ma al di là dell’obiettivo, condiviso interamente dalle parti sociali e datoriali, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) e i sindacati non la vedono alla stessa maniera: per la prima, anche se la patente a crediti è solo un «timido» primo tentativo, va salutato con favore il provvedimento a patto che porti a una revisione ampia del sistema della sicurezza nei cantieri.
La Cgil, da parte sua, dà invece un giudizio molto più negativo, come spiega più sotto il segretario generale Emilia Romagna della Federazione italiana lavoratori edilizia, legno e arredo, cemento, laterizi e lapidei (Fillea). Quella che per la ministra del Lavoro Elvira Calderone è una «misura ambiziosa per giungere a una graduale riduzione degli incidenti sul lavoro incentivando attivamente il miglioramento continuo delle condizioni di sicurezza nei cantieri» coinvolgerà in Italia circa 832.500 imprese del settore edile (tante ne conta la Cgia di Mestre, vedi a fianco) tra imprese e autonomi dei settori industria e artigianato.
In Emilia Romagna le imprese iscritte alle varie Casse Edili provinciali sono in tutto 9125, ma di esse solo poco più della metà sarà interessata dal provvedimento: è infatti esente quel 40% in possesso della certificazione Soa che qualifica già una impresa edile a partecipare agli appalti pubblici dove il tema della sicurezza è già contemplato da tempo. E sono esenti anche i professionisti che si occupano di forniture o prestazioni di natura intellettuale, come ingegneri, architetti, geometri. La nuova norma Il sistema di accreditamento nella legge è complesso e ad esempio non ancora precisamente definito per quanto riguarda la procedura per la richiesta della “patente”, particolarmente burocratico. Imprese e lavoratori autonomi, infatti, devono fare due domande distinte: una per ricevere una patente valida per il primo mese di lavoro, quello che parte oggi e una seconda, definitiva, che varrà dal primo novembre. I requisiti per richiedere l’importante documento riguardano l’iscrizione alla Camera di commercio oltre a obblighi formativi per varie categorie di personale interessato alla sicurezza, cui si aggiungono l’obbligo del documento unico di regolarità contributiva (Durc), della valutazione rischi (Dvr), la certificazione di regolarità fiscale (Durf). Obbligatorio anche designare il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp) dell’azienda. Se tutto è a posto si riceve l’agognata patente a punti fornita dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro del Ministero: essa all’inizio è dotata di un saldo di 30 crediti che possono crescere in caso di investimenti per la sicurezza e certificazioni fino a un massimo 100. Al contrario le imprese che andranno sotto i 15 crediti per un anno non potranno operare in un cantiere edile.
I punti vengono decurtati in caso di provvedimenti sanzionatori o incidenti gravi: una morte bianca - il caso più grave, ovviamente - ad esempio è quantificata in 20 punti. Gli edili e il sindacato «Qualunque cosa porti sicurezza nei nostri cantieri - dice il presidente di Ance Emilia-Romagna Stefano Betti - ci vede favorevoli quindi noi diciamo sì al provvedimento, anche perché il governo ci ha coinvolti attivamente. Diciamo che riteniamo la patente a crediti come il primo timido tentativo dell’indispensabile e necessario sistema di qualificazione delle imprese a 360 gradi anche nell’ambito dei lavori privati (per i cantieri pubblici esiste già). Tutti quelli che operano in un cantiere devono necessariamente essere formati, proprio tutte le persone che accedono: non è sufficiente fornire un caschetto e le scarpe antinfortunistiche. Chi, infatti, non conosce i rischi va in questi luoghi delicati incontro a pericoli». Betti “spinge” molto sulla formazione: «Vedremo come sarà applicata la nuova legge, ma quel che è certo è che sono indispensabili formazione e qualificazione delle imprese perché abbiamo visto i molti problemi avvenuti con il 110%». «Noi pensiamo che la montagna abbia partorito un topolino - gli fa eco Giuseppe Ledda, segretario di Fillea Cgil Emilia Romagna - perché la legge ha molte ombre e poche luci e non inciderà in modo notevole sul numero di feriti e morti nei cantieri. Se è positivo che l’azienda sia obbligata alla comunicazione preventiva delle norme di sicurezza ai responsabili del settore noi pensiamo che sarebbe stato meglio una selezione all’entrata». Ledda riassume: «Era più semplice sbarrare la possibilità dei cantieri alle imprese che non hanno l’adeguato livello di sicurezza, piuttosto che espellerle: se si arriva a 100 crediti ci vogliono almeno 4 morti, 20 punti l’uno, per uscire dal sistema…». Gli autonomi Anche queste rappresentanze attaccato: «Siamo rammaricati, delusi, ma anche arrabbiati per il fatto che non si preveda un necessario e adeguato periodo transitorio, perché così si favoriscono dinamiche speculative. E c’è un paradosso: le nuove imprese dovranno autocertificare il possesso del Durf che l’Agenzia delle Entrate rilascia dopo tre anni di attività». l © RIPRODUZIONE RISERVATA