Lo sfogo dei genitori: «Tre bus non bastano: costretti a uscire dal lavoro per prendere i figli»
Le proteste all’uscita del Motti e dello Zanelli «Promesse più corse ma non ci sono»
Reggio Emilia «Ho pagato l’abbonamento, ma ogni giorno mio figlio mi chiama e perché non è riuscito a salire sull’autobus e io devo partire in macchina da Viano per venire a prenderlo. È una vergogna». È un coro unanime di proteste, all’uscita degli istituti superiori “Motti” e Zanelli” di via Fratelli Rosselli a Coviolo, dove i genitori denunciano: «Ci sono solo tre bus per oltre mille studenti. Nonostante le promesse Seta di aumentare le corse, dobbiamo lasciare il lavoro per recuperare i nostri figli in giro per la città». Ombretta Maggiore, mamma di 45 anni di Viano, è solo una delle numerose segnalazioni di questo periodo. «Abitiamo a Regnano di Viano, collegata con la città nel pomeriggio da sole due corriere: alle 14.10 e alle 17.40». Le linee extraurbane, però, sono un altro capitolo nero.
«Mio figlio frequenta una prima classe dello Zanelli e non c’è stato giorno, da quando è iniziata la scuola, che non sia stata costretta a precipitarmi in città – afferma Ombretta – Il problema è che ci sono troppe poche corse della linea 4 per centinaia di studenti dei due plessi. L’uscita dalle lezioni è un dramma: tutti spingono per non rimanere esclusi. Nella calca mio figlio è caduto due volte, da allora si è spaventato e ha paura a gettarsi nella mischia: così perde il primo bus e di conseguenza la coincidenza per l’extraurbano in piazzale Europa delle 14.10. Per tornare a casa dovrebbe prendere l’autobus delle 17.10 e arrivare alle 18». La mamma racconta che altri compagni di classe sono nella stessa situazione.
«L’altro giorno, quando sono arrivata in piazzale Europa, c’erano ragazzi al bar che nell’attesa mangiavano un panino, ben sapendo che sarebbero rincasati a metà pomeriggio». La dirigenza scolastica, prosegue la madre, «è al corrente della situazione e ci è venuta incontro, consentendo una tolleranza di 10 minuti in entrata e in uscita per i pendolari in attesa dell’orario definitivo del trasporto pubblico. Ma dubito che le cose miglioreranno: il rapporto numerico studenti e bus è sproporzionato». Né sono serviti i tentativi di contattare di Seta. «Il numero verde non risponde, l’amministrazione dice di rivolgersi al numero WhatsApp. Noi genitori lavoriamo entrambi. La risposta “succede ogni anno, il sistema migliorerà con il tempo” non accettabile: possibile che anziché migliorare il trasporto pubblico peggiora?». Mercoledì alle 13 in via Fratelli Rosselli, mentre si registrava il consueto assalto alla diligenza, altri genitori attendevano la prole vicino all’auto.
«È sempre così, ogni giorno: una lotta per conquistarsi la salita. Chi prima arriva, meglio alloggia: gli altri restano a piedi. I bus sono insufficienti», commenta sconsolata un’altra madre partita da Bagnolo per prelevare la figlia. «Lei dovrebbe prendere la coincidenza del treno per Bagnolo, ma non arriva mai in tempo e io sono costretta a spostarmi. Ho pagato un abbonamento che, finora, si è rivelato inutile. Avevamo già evidenziato il problema e la promessa dell’azienda dei trasporti era stata che avrebbero aumentato le corse: purtroppo non è mai avvenuto». Anche Gianluca Marzano, studente ormai maggiorenne dello Zanelli, segnala «l’indecente situazione dei trasporti pubblici. Le corse, rispetto allo scorso anno scolastico, sono diminuite: ridotte da 4 a 3 all’ora prendendo in considerazione le tratte più frequenti (1-2-4). I bus sono strapieni, sicuramente oltre la loro capienza ed è capitato che molti studenti non riuscissero ad entrare, dovendo deviare su altri autobus (anch’essi stracolmi) e non arrivando in orario per le lezioni. Un disastro: per percorrere un tragitto di soli 15 minuti in auto, ci si impiega più di un’ora e mezza. La scuola è appena iniziata e, nonostante siano passati ben tre mesi e mezzo dall’anno scorso, ciò dimostra una mancanza di programmazione nella logistica dei trasporti da parte delle aziende che avevano promesso stabilità ed efficienza a lavoratori e studenti». l © RIPRODUZIONE RISERVATA