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Febbio, ecco il progetto della nuova seggiovia quadriposto

Luca Tondelli
Febbio, ecco il progetto della nuova seggiovia quadriposto

Villa Minozzo, Planeta presenta il progetto per accedere ai fondi del Bando Santanché: servono 8 milioni di euro.

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Villa Minozzo Contiene aspetti innovativi il progetto di completo rifacimento della seggiovia “2000” presentato nei giorni scorsi dalla società di gestione degli impianti Planeta e dal Comune di Villa Minozzo. La 2000 era il gioiello che ha reso la stazione di Febbio così amata in particolare dagli sciatori reggiani fin dagli anni ’80, e poi più di recente da migliaia di escursionisti specialmente in estate quando era stata installata l’illuminazione che consentiva di usarla anche in orario serale, con la possibilità di andare ad ammirare il tramonto in quota. Un impianto che attualmente è fermo perché ha concluso la sua vita tecnica, durata dal 1980 al 2022: questo significa che non è più possibile intervenire con revisioni e ammodernamenti, è necessaria la completa rimozione dell’impianto attuale e la realizzazione di uno completamente nuovo.

Per questo progetto, dal costo totale di più di 8 milioni, la Planeta ha preparato una domanda di finanziamento che sarà discussa entro breve, sul cosiddetto Bando Santanchè, che prevede finanziamenti per 230 milioni di euro su progetti che promuovono il turismo montano, dei quali il 40% destinato ai progetti localizzati negli appennini, ed i cui beneficiari previsti sono i gestori di impianti di risalita e imprese di innevamento artificiale. La presentazione del progetto, avvenuta a Febbio, ha visto una numerosa e attenta partecipazione, a dimostrazione di quanto la comunità locale sia legata alla stazione turistica. «Le ricadute positive attese sul territorio – hanno spiegato i responsabili di Planeta – sono la creazione di nuove opportunità lavorative, incentivare il turismo e l’attrattività dei luoghi, migliorare fruibilità e sicurezza del territorio, una riqualificazione di tutto il crinale». Un intervento ingente quindi, che se finanziato vedrà entro dicembre 2024 l’acquisizione dei pareri di natura ambientale, tra giugno e novembre 2025 i lavori di dismissione del vecchio impianto, entro maggio 2026 i lavori di realizzazione nuovo impianto, entro aprile 2027 i collaudi tecnici e tecnico amministrativi, a giugno 2027 l’entrata in esercizio del nuovo impianto. Nel dettaglio dei costi, l’importo dei lavori sarà di 7 milioni e 100.000 euro, gli oneri della sicurezza 213.000 euro, più collaudi e altre spese che portano la spesa complessiva prevista a 8 milioni e 177 mila euro. La nuova seggiovia sarà quadriposto, potrà lavorare sia in orario diurno che serale, caricando utenti pedoni e biciclette. Potrà operare sia in inverno che in estate, si baserà su 19 piloni con una riduzione rispetto ai 27 del vecchio impianto, con una portata oraria di 702 persone rispetto alle 644 del vecchio impianto.

Il sindaco di Villa Minozzo (Comune proprietario della stazione sciistica) Elio Ivo Sassi spiega: «Vorrei rispondere subito a un tema che so potrà essere sollevato, ovvero se valga la pena compiere un investimento del genere in una fase storica di forti cambiamenti climatici. La risposta è sì, e la supportano anche gli ultimi anni in cui la 2000 ha operato: Febbio può sostenere, grazie anche alle seggiovie, un turismo su tutte le quattro stagioni, ma anche in primavera ed estate legato all’escursionismo in primavera ed estate, ed anche in autunno legato alla raccolta dei funghi e dei frutti del bosco ad esempio. Con l’illuminazione serale, la 2000 in estate lavorava più che in inverno, era un servizio molto apprezzato da migliaia di turisti che arrivavano da tutta la regione. E non dimentichiamo che queste funivie alimentano un sistema turistico importantissimo, che comprende molti rifugi e località del crinale, non solo in territorio di Villa Minozzo ma anche di Ventasso, tra il Battisti, il Segherie, la Bargetana e molte altre località». «Voglio anche rassicurare chi teme che questi interventi siano causa di nocumento per l’ambiente: la fruizione umana, l’uso turistico, costituiscono un elemento di valorizzazione e cura del territorio. Lasciare l’ambiente a se stesso non significa la sua gestione migliore, può anzi dare dei grossi problemi come abbiamo potuto vedere negli ultimi anni. Il turismo poi nelle nostre zone vorremmo che fosse fruibile dalla maggior fascia possibile di visitatori. Anche io ormai ho 70 anni, se dovessi arrivare a quota 2.000 con la sola forza delle gambe farei molta fatica, ma con la seggiovia arrivavano persone anziane, famiglie con bambini».l © RIPRODUZIONE RISERVATA