Gazzetta di Reggio

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La ripresa della lezioni

Domani rientro in classe per 61mila studenti reggiani

Luciano Salsi
Domani rientro in classe per 61mila studenti reggiani

Calo di iscritti e cattedre scoperte. La Cgil: «Ci saranno supplenze temporanee»

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Reggio Emilia Il calendario scolastico della regione Emilia Romagna prevede per domani la ripresa delle lezioni. La prima campanella del 2024-2025 non suonerà contemporaneamente per tutti i 61.755 alunni (oltre 64mila comprendendo le scuole paritarie) iscritti per il 2024-2025 alle scuole statali della nostra provincia, 835 in meno rispetto ai 62.590 del 2023-2024.

In qualche istituto, infatti, l’ingresso sarà differenziato per le classi prime e per le altre. In diverse scuole, soprattutto superiori, si proseguirà con un orario ridotto e provvisorio, in attesa che arrivino i docenti ancora da nominare. È molto approssimativa la stima delle cattedre ancora scoperte. Entro il 31 agosto è stata compiuta la prima tornata delle immissioni in ruolo per i vincitori dei concorsi già terminati. Quindi sono state conferite le supplenze annue, sulla base delle graduatorie provinciali, tramite il contestato algoritmo.

«Nel primo turno di sabato 7 – riferisce Carlo Piano, segretario provinciale della Flc-Cgil – erano stati attribuiti 1.813 incarichi a tempo determinato. Vi sono state, però, delle rinunce, che s’aggiungono ai posti delle graduatorie esaurite delle discipline tecnico-scientifiche e matematiche, per le quali non è sempre facile trovare i laureati intenzionati a intraprendere la carriera dell’insegnamento. Lo scorso giovedì l’Ufficio scolastico provinciale ha quindi effettuato un secondo turno di nomine con scadenza al 30 giugno o al 31 agosto 2025. Restano però accantonate le cattedre per i vincitori dei concorsi non ancora conclusi, fra cui quelli, molto partecipati, di lettere alle medie e alle superiori. Non è detto che se ne veda la fine entro il 31 dicembre, la data prevista per le ultime assegnazioni dei posti messi a gara. Questi, intanto, vengono coperti dai dirigenti scolastici con le supplenze temporanee, che dovranno essere assegnate di nuovo se non vi saranno nominati in tempo i docenti di ruolo».

Secondo i sindacati alla radice di questi problemi è l’insufficienza delle risorse destinate alla pubblica istruzione: «Gli stipendi degli insegnanti italiani – sottolinea Piano – sono tra i più bassi in Europa. Anche la lentezza con cui si svolgono i concorsi si spiega con la scarsità dei compensi aggiuntivi previsti per i docenti anziani che, oltre alla normale attività didattica, si impegnano nelle commissioni concorsuali».

In ogni caso domani le aule e le sezioni saranno riaperte per 3.070 bambini delle scuole dell'infanzia, 20.960 alunni delle primarie, 14.702 delle secondarie di primo grado) e 23.023 studenti delle secondarie di secondo grado. Il numero complessivo degli iscritti è calato dell’1,33% a causa della denatalità, ma è aumentato di 148 unità (più 5,02%) quello dei disabili, saliti da 2949 a 3097, cioè cinque su cento alunni. Se ne contano 87 nella fascia infantile, 1.217 nella elementare, 837 nella media inferiore e 956 nella superiore. Il loro inserimento richiede l’assegnazione di molti docenti d'appoggio. Gli organici comprendono, oltre ai 5.624 posti di insegnamento comune, 1.056 posti di sostegno e 1.038 che s'aggiungono in deroga, per un totale di 2.094 insegnanti indispensabili per consentire l’integrazione di questi ragazzi, più di tremila, nelle classi e sezioni esistenti, che sono in tutto 2.951. Come sempre, si stenta a reperire il personale disposto ad assumersi questo compito.

A differenza di altre province, nella nostra tutte le vecchie direzioni didattiche e scuole medie inferiori sono state accorpate agli istituti comprensivi, che sono in totale 44. Sommando i venti istituti superiori, anch'essi risultanti da precedenti unificazioni, e i due centri provinciali per l’istruzione degli adulti, si arriva a 66 istituzioni scolastiche. Sono 60 quelle con un proprio dirigente. Le altre sei sono assegnate a reggenti, cioè a dirigenti che hanno la titolarità altrove e sono incaricati anno per anno di sovrintendere a un secondo istituto, finché la sua dirigenza rimane vacante.

Al vertice di ogni istituzione scolastica è posto anche un dirigente dei servizi generali e amministrativi, dal quale dipende il personale non docente composto nella nostra provincia da 1.881 Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). Sono 431 i posti di assistente amministrativo, 148 quelli di assistente tecnico, 1292 di collaboratore scolastico, sei di addetto alle aziende agrarie, uno di guardarobiere e tre di cuoco.