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Il caso

«Luigi Di Maio diffamò il sindaco di Bibbiano: il suo fu un feroce attacco politico»

Serena Arbizzi
«Luigi Di Maio diffamò il sindaco di Bibbiano: il suo fu un feroce attacco politico»

L’avvocato Giovanni Tarquini, che rappresenta Andrea Carletti, si oppone all’archiviazione della procura

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Reggio Emilia Quello dell’ex ministro Luigi Di Maio è «un feroce attacco politico», e «le espressioni utilizzate e le modalità di rappresentazione e pubblicazione del post sono altamente lesive della reputazione e della dignità della persona del dottor Andrea Carletti». In più, Di Maio, «proprio perché investito all’epoca della funzione di ministro delle politiche sociali e vicepresidente del consiglio», «a maggior ragione avrebbe dovuto procedere a più ponderate valutazioni», «evitando così di cadere, come di fatto è avvenuto, nel deliberato e illecito utilizzo di espressioni gravemente offensive della dignità e della reputazione del dottor Carletti». Queste appaiono tra le ragioni descritte nell’accurata opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dalla Procura, nell’ambito della denuncia per diffamazione presentata dall’ex sindaco di Bibbiano Andrea Carletti. Opposizione firmata dal difensore di fiducia dell’ex primo cittadino: l’avvocato Giovanni Tarquini.

Il caso è divampato il 27 giugno 2019 quando Di Maio, allora ministro, pubblicò sulla propria pagina Facebook un’immagine dell’allora sindaco Carletti, ritratto con la fascia tricolore, accompagnata dalla frase: “Affari con i bimbi tolti ai genitori”, seguita dal testo in cui, tra le altre cose, veniva detto: “Un altro business, orribile, sui minori. Una galleria di atrocità assolute che grida vendetta a Reggio Emilia e per cui oggi, oltre a una ventina di indagati è stato arrestato anche il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti (Pd)”. Il post ha provocato una cascata di reazioni dello stesso tenore che hanno travolto Carletti. L’ex primo cittadino di Bibbiano ha sporto querela per diffamazione contro Di Maio, per il quale la Procura ha chiesto la richiesta di archiviazione, alla quale l’avvocato Tarquini ha presentato opposizione depositando il documento giovedì.

Ma sono state sporte anche altre querele sempre dall’ex primo cittadino, vista la mole di offese ricevuta. Con le prime due sono stati segnalati oltre 200 profili social, soprattutto Facebook. Con le altre anche differenti tipi di canali (mail e documenti cartacei). Finora, sarebbero state identificate circa 50 persone che insieme a Di Maio dovrebbero essere state destinatarie dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Nell’opposizione alla richiesta di archiviazione l’avvocato Tarquini sottolinea, inoltre, come il pubblico ministero assegnatario del procedimento fosse lo stesso pm che ha condotto le indagini nei confronti dell’ex sindaco e che rappresenta la pubblica accusa nel processo tuttora in corso. Il documento, poi, entra nel vivo contestando duramente la richiesta di archiviazione a favore di Di Maio, evidenziandone «la grave erroneità e infondatezza, non potendo di certo le espressioni proferite da Di Maio», «considerarsi giustificate quale “commento a una vicenda giudiziaria di pubblico interesse e dominio”, come affermato dal pm». L’avvocato Tarquini chiede dunque al giudice per le indagini preliminari di rigettare la richiesta di archiviazione da parte della Procura e di formulare l’imputazione a carico di Di Maio.  © RIPRODUZIONE RISERVATA