La casa confiscata alla mafia ora è del Comune di Vezzano
Il sindaco: «Ci accoglieremo donne vittime di violenza»
Vezzano Un centro di accoglienza per donne con figli minori vittime di violenza e per neo maggiorenni in uscita da comunità per minori. Potrebbero nascere nell’immobile confiscato alla mafia a Vezzano, ora assegnato all’amministrazione comunale, dopo la conclusione del lungo iter giudiziario durato nove anni. Si tratta di un edificio con relativa autorimessa, confiscato nel maxi processo Aemilia. A seguito della Conferenza dei servizi tenutasi lo scorso mese di luglio il Comune di Vezzano ha manifestato il suo interesse per l’immobile sequestrato.
Ed è dei giorni scorsi la comunicazione dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata con cui viene disposto il trasferimento dell’immobile all’amministrazione di Vezzano, affinché sia utilizzato per le finalità presentate dall’ente stesso nella manifestazione di interesse. Ovvero progetti sociali per l’accoglienza di neo maggiorenni in uscita da comunità di minori o di donne con figli minori vittime di violenza.
Tali progetti verranno gestiti direttamente dal Comune di Vezzano e dall’Unione Colline Matildiche. «Questa azione da parte dell’amministrazione comunale è una restituzione alla collettività tutta, a vario titolo danneggiata dall’operato della malavita, di un bene frutto di azioni illecite e per questo motivo sottratto alla criminalità organizzata – spiega il sindaco di Vezzano, Stefano Vescovi – Un simbolo di legalità per un progetto in risposta ai bisogni di individui in difficoltà».
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