«Con Ausl e Iren riporteremo legalità e decoro in stazione»
Il sindaco Marco Massari sul degrado e gli alloggi abusivi
Reggio Emilia Giareda, Festival di Emergency, Festa Nazionale del Pd. È un fine settimana intenso per Marco Massari, atteso da numerosi impegni istituzionali, ma quanto documentato negli ultimi giorni dalla Gazzetta di Reggio in zona stazione lo costringe inevitabilmente a più di una riflessione. Ieri il sindaco ha dato inizio a dei gruppi di lavoro con il personale qualificato dei singoli assessorati, allo scopo di cominciare a prendere misure specifiche per quello che è un quartiere riconosciuto da tutti come in grave difficoltà.
«Dispiace vedere quelle immagini – dice Massari in riferimento alle foto dei materassi vicino a cumuli di rifiuti e degli alloggi abusivi allestiti dai senzatetto nelle cantine e nei garage –. C’è il pieno sostegno dell’amministrazione a chi vi abita e anche alle persone che vivono in quel contesto di emarginazione sociale». Massari non ha ovviamente la bacchetta magica, ma la sua ricetta si basa su tre capisaldi: pulizia, sicurezza e integrazione.
Cosa emerge dai primi confronti sull’area della stazione storica, sindaco?
«Abbiamo, in collaborazione coi servizi già presenti in zona, fatto un censimento dei senzatetto e sono circa 120. Purtroppo, spesso e volentieri si tratta di persone che rifiutano ogni tipo di assistenza, a partire dalle centinaia di posti letto che avremmo a disposizione e che offriamo loro inutilmente».
Dietro agli alloggi abusivi si cela il tema del subaffitto?
«Sarebbe estremamente grave se fosse così. Su quello al momento non posso espormi, è compito delle forze dell’ordine indagare».
I residenti denunciano una situazione di decoro urbano allo stremo tra rifiuti lasciati in strada e topi in quantità. Come agire?
«Sono in contatto con l’Ausl e con Iren: se l’azienda sanitaria si occuperà di problemi legati alla tossicodipendenza e al disagio psichico di queste persone, ho chiesto a Iren di aumentare i passaggi in zona per renderla più pulita, fermo restando che, come segnalano gli stessi residenti, la raccolta differenziata la fanno in pochi. Qui è una questione di educazione civica personale».
Dicevamo delle forze dell’ordine: l’insicurezza da quelle parti regna ancora sovrana.
«I rapporti con polizia e carabinieri sono ottimi: sono presenti e intervengono ogni volta che accade qualcosa. L’esercito? Per quanto ne so il ministero non ha ancora dato la risposta: in caso affermativo, credo davvero possa essere la svolta».
Il posto di polizia di Stato in via Turri ha chiuso: novità su quello di polizia locale?
«L’area individuata è quella dell’ex Enocianina Fornaciari in viale IV Novembre: c’è un contenzioso coi proprietari, che contiamo a breve di risolvere. Sarà pronto tra due anni e sarà un presidio ulteriore».
In attesa di queste pur rilevanti migliorie, come arginare nel presente la situazione? Ritiene che le attività formative e le iniziative sociali possano svolgere un ruolo chiave?
«Noi metteremo a disposizione tutti i nostri progetti, anche se su alcuni, come per esempio quelli di insegnamento della lingua italiana, il Governo ha tagliato molti fondi e non è semplice. Il lavoro? Torniamo al punto di partenza».
Ovvero?
«C’è una legge, a mio modo di vedere assurda, che interrompe le agevolazioni sull’alloggio per tutti coloro che superano i 6mila euro di reddito. Ecco perché molti preferiscono non lavorare».
C’è un intero quartiere che spera in una decisa inversione di tendenza: ne siete consapevoli?
«Siamo molto attenti sul tema che è serio e i progetti sulla scrivania sono numerosi, tra cui quello che coinvolge anche via Paradisi come annunciato da Lanfranco De Franco. Devo però anche dire che parliamo di numeri circoscritti su una città di più di 150mila abitanti. Detto ciò, interverremo e faremo il possibile per porvi rimedio».
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