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Riordina le vecchie carte del marito defunto e trova una lettera di Primo Levi

Daniela Aliu
Riordina le vecchie carte del marito defunto e trova una lettera di Primo Levi

Sessant’anni fa lo scrittore scrisse al professor Barazzoni e alle sue alunne. L’autore di “Se questo è un uomo” ringraziava il docente di Bibbiano

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Bibbiano Sessant’anni fa, lo scrittore Primo Levi scriveva al professore di Bibbiano, Renzo Barazzoni, amatissimo insegnante in varie scuole superiori di Reggio, in particolare le magistrali Canossa. Nei giorni scorsi Maria Luisa Artoni, vedova Barazzoni, sistemando le vecchie carte del marito (nato nel 1920 e deceduto nel 2014) ha ritrovato una lettera dello scrittore torinese, sopravvissuto all’Olocausto e autore della celebre opera “Se questo è un uomo”. La lettera, datata 22 giugno 1964, faceva seguito a quella che una classe di alunne delle magistrali aveva inviato allo scrittore. Il docente aveva fatto leggere alle sue ragazze il capolavoro di Levi e poi le aveva sollecitate a scrivergli.

«Caro professore Barazzoni – scriveva il letterato – ho ricevuto la sua lettera e i trenta gentili messaggi delle sue allieve: è stata per me un’esperienza interessante e commovente, di cui le sono grato; e sarei felice se Ella volesse (e potesse: forse è un po' tardi) trasmettere il mio grazie a tutte. Vorrei in particolare far giungere l’espressione della mia riconoscente amicizia a due fra loro: a Laura Accorsi e a Dedi Parenti (si chiama così? la firma è poco leggibile), le cui parole rivelano una sensibilità genuina e affettuosa che molti critici togati dovrebbero invidiare. A lei, e a tutte le sue allieve, i saluti e gli auguri più cordiali. Primo Levi». Oltre alla lettera, la signora Artoni ha trovato anche una vecchia fotografia del 1964, che ritrae tutte le alunne insieme al professore Renzo Barazzoni. Sul retro della foto sono raccolte le firme, tra cui quelle delle allieve citate da Levi: Laura Accorsi, Dedi Parenti e Nanda Baldi.

La vedova Barazzoni ha inoltre trovato una copia del libro di Levi, “Se questo è un uomo”, edito da Einaudi e stampato il 3 luglio 1963. Renzo Adriano Barazzoni è stato un giornalista, politico, scrittore e docente di Italiano. Esperto di vicende politiche nazionali e locali, ha contribuito alla vita pubblica reggiana come dirigente del Partito Socialista, assessore del Comune di Reggio, insegnante in istituti superiori reggiani. È stato autore di saggi, libri di storia, racconti e romanzi. Si iscrisse al Psi e nel 1952 ne divento segretario di federazione. Nel 1956 fu eletto assessore provinciale alla cultura e poi consigliere comunale a Reggio. Nel 1964 consigliere comunale reggiano per il Psiup. Dal 1948 fu direttore del “Socialista Reggiano”. Dopo il XX Congresso del Pcus, il settimanale “Il Socialista” venne sostituito da “Tempi Nuovi”, di cui Barazzoni fu confermato direttore. Agli inizi del 1959 passò alla redazione de “Il Lavoratore dei campi”. Frequenti furono le sue collaborazioni con Progresso d’Italia, Gazzetta di Reggio, Notiziario Anpi, L’Avanti, assumendo talvolta, per i suoi corsivi, gli pseudonimi di Bren e Sagredo. Scrisse vari saggi e romanzi, tra cui “La cognizione del tempo”, autobiografico, e “Il papa nero”.  © RIPRODUZIONE RISERVATA