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L’inchiesta

Stipendi e rimborsi di consiglieri e assessori regionali: ecco quanto costa l'Emilia Romagna

Stefano Luppi
Stipendi e rimborsi di consiglieri e assessori regionali: ecco quanto costa l'Emilia Romagna

L’indennità annuale tra i 90mila e i 100mila euro lordi. Per il presidente meno di 10mila euro lordi al mese. Ma la nostra non è la Regione più dispendiosa

11 agosto 2024
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Bologna A tre mesi dal voto per la Regione, fissato per il 17-18 novembre, è già partita forte la corsa per una poltrona all’Assemblea regionale e poi eventualmente, per pochissimi, nella giunta che formerà il governatore scelto dai cittadini tra Michele de Pascale (centrosinistra) ed Elena Ugolini (centrodestra).

Oltre all’indubbio potere politico che le cariche di consigliere e ancor più di assessore si portano dietro va ricordato anche l’appeal economico di tali ruoli. Va anche anticipato che l’ammontare complessivo, della Regione Emilia Romagna, è ben più basso se lo si confronta con altre Regioni. Facciamo dunque i conti in tasca ai poco meno di cinquanta consiglieri regionali attualmente in carica, partendo da un numero: il totale delle loro dodici indennità annuali è di 4,3 milioni di euro che per i cinque anni di legislatura fanno 21 milioni di euro, derivanti da una indennità annuale singola compresa tra i 90mila e i 100mila euro lordi.

Parliamo di assegni di un buon 30% inferiori, a esempio, a quelli di un’altra Regione simile quale la Toscana dove per ogni singola annualità i consiglieri si portano a casa 120-130mila euro.

Tornando in Emilia Romagna, va ricordato che nella legislatura che si interromperà un poco prima della scadenza naturale non costano solo i politici: l’intera “macchina” dell’Assemblea regionale, compresi 220 dipendenti, nel 2023 è costata circa 31,5 milioni di euro dunque per una intera legislatura si arriva a 157 milioni di euro.

Per capirne il valore basti dire che nel 2018, secondo un comunicato della stessa Regione, l’Assemblea costava ai contribuenti 28 milioni l’anno ossia 140 milioni globali. Un po’ in crescita dunque, considerando i costi globali della istituzione.

Spiega in una nota il Questore dell’Assemblea legislativa Andrea Costa (Pd): «Nel 2023 l’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna è costata 7,15 euro a testa ai cittadini emiliano romagnoli (sono 4,4 milioni, ndr), un dato in calo rispetto agli 8,14 euro pro capite del 2011. Il dato che più salta all’occhio è l’avanzo di amministrazione 2023: 4,3 milioni di euro, frutto di una gestione che ha permesso di contenere i costi».

Giunta regionale

Per la giunta il costo nella legislatura si attesta sui 6,5 milioni (1,3 l’anno) e a guadagnare di più tra gli eletti, ovviamente, è stato il “governatore” uscito a luglio: per lui nel 2023 l’entrata è stata di 117mila euro, poco meno di 10mila euro lordi mensili. Lo “stipendio” di Bonaccini - che in Europa ora percepisce come i suoi colleghi italiani una base mensile di 10.377,43 di euro lordi cui si aggiungono varie voci accessorie importanti, indennità di fine mandato, “pensione” dai 63 anni - è sensibilmente più basso, a esempio, di quello del presidente della Toscana Eugenio Giani, pari a 158mila euro l’anno scorso (13.166 euro mensili al lordo).

C’è chi prende anche di più: il massimo fissato dalla legge per Zaia in Veneto, Occhiuto in Calabria, Schifani in Sicilia, Rocca nel Lazio, Marsilio in Abruzzo e Bardi in Basilicata (13.800 al mese, circa 165mila euro in tutto). E il “Pres” non è neppure il più benestante nel "circo” politico emiliano romagnolo: secondo l’Agenzia delle Entrate i redditi 2022 dell’assessore alla cultura Mauro Felicori, ex direttore della Reggia di Caserta, erano di 160mila euro. Se restiamo invece agli emolumenti degli assessori per tutti c’è lo stesso lordo pari a 106mila euro mentre per i redditi 2022 dietro Felicori spunta Vincenzo Colla, assessore al lavoro. Al contrario l’amministratore regionale più “povero”, con 72mila euro, risultava Igor Taruffi, vicinissimo alla segretaria Pd Elly Schlein.

A proposito di quest’ultima: non era più in Regione l’anno passato, dov’è stata vicepresidente di Bonaccini e il suo reddito si riscontra sul sito della Camera (poco più di 94mila euro). Assemblea regionale Il “Paperone” di questi ultimi cinque anni di legislatura - o poco meno - è tra i consiglieri, con oltre 116mila euro, la presidente della Assemblea legislativa Emma Petitti del Pd. Il suo emolumento, sempre lordo, in cinque anni assomma dunque a poco più di mezzo milione di euro e, per quanto riguarda l’ultimo anno rendicontato, vede una indennità di carica di 60mila euro (uguale per tutti i consiglieri) cui si aggiungono i 30mila di indennità di funzione - la sua è, ovviamente, la più ampia - e rimborsi forfettari di 27mila euro.

A superare i 100mila euro, con 106mila, sono i soli Fabio Rainieri della Lega e Silvia Zamboni di Europa Verde (vicepresidenti della Assemblea). Tra i membri del consesso, al contrario, guadagna meno di tutti - 86mila euro - Pasquale Gerace di Italia Viva. In Italia cifre basse si ritrovano anche per i consiglieri di Valle d’Aosta e Piemonte - rispettivamente intorno ai 7.800 euro e 8.500 euro lordi, ma con indennità di fine mandato che da noi ora non c’è.

Però l’Emilia Romagna, pur anche contando su una copertura assicurativa solida nonché la tutela legale, pare battere ogni record verso il basso.

I consiglieri più ricchi al contrario paiono invece gli eletti in Liguria, Umbria e Molise. Certo, in quasi tutte le Regioni ci sono notevoli benefit che ingrossano il totale, assenti con tali caratteristiche nella quasi totalità di qualunque altra professione privata.

Esempi? Rimborsi chilometrici generosissimi quasi ovunque (c’è chi arriva a 4mila euro al mese), ma in Calabria gli eletti si mettono in tasca oltre 11mila euro con questa finalità: il rimborso, in questo caso, è fino all’80 per cento delle spese sostenute con il proprio veicolo o con quello preso a noleggio. Tra i privilegi da segnalare quelli della Regione Veneto, dove si rimborsano ai consiglieri taxi e parcheggio in piazza Roma per dar loro modo di raggiungere più agevolmente la sede del consiglio regionale: e, come ben sa chi è mai stato a Venezia, non è una spesa da poco.

Una doverosa precisazione. Per alcuni consiglieri indicati i risultati non sono completi in quanto sono subentrati di recente o perché hanno lasciato l’incarico anticipatamente, non completando così la legislatura.l © RIPRODUZIONE RISERVATA