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L’intervista

Elena Ugolini candidata del centrodestra alla Regione: «No all’ideologia ambientalista: Diga e Cispadana vanno fatte»

Serena Arbizzi
Elena Ugolini candidata del centrodestra alla Regione: «No all’ideologia ambientalista: Diga e Cispadana vanno fatte»

Sostenuta dal centrodestra, lancia la sfida: «Confronto con de Pascale, se mi invitano vado alla Festa dell’Unità»

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Reggio Emilia «I Cau? La toppa di un vestito che va cucito in modo diverso». E, ancora: «6.000 euro per i beni mobili per i danni da alluvione sono pochi? In alcuni casi possono non bastare, intanto la realtà dice che è la prima volta che è garantito questo tipo di rimborsi e poi chi critica pensi a spendere tutti i soldi» e «Sono disponibile al confronto con de Pascale, anche alla festa dell’Unità, non avrei pregiudizi».

Elena Ugolini, prima donna civica candidata alla presidenza della Regione, sostenuta dai partiti del centrodestra e già sottosegretaria all’istruzione del Governo Monti, ieri ha fatto tappa a Reggio con un calendario fitto d’incontri per la campagna elettorale.

Ugolini, lei dice che i cittadini devono stare al centro delle decisioni dei politici. Non rischia di passare per una banalità?
«Ho parlato di persone, non di cittadini. Nell’idea di persona si supera il concetto d’individuo che può realizzarsi a prescindere dagli altri. Mettere al centro la persona significa conciliarla con il “noi”. Non è banale quest’affermazione: oggi la democrazia rischia d’implodere perché il suo cuore non batte più. E il suo cuore sono le persone, alle quali la politica deve ritornare».

La sanità emiliano-romagnola nelle classifiche nazionali emerge tra le migliori. Riconosce i risultati dei Cau e di altre riforme? E cosa non va?
«Il nostro sistema sanitario è stato disegnato su una popolazione diversa dalla attuale. Oggi ci sono più anziani, più malati cronici, sono aumentate le persone con problemi psicologici e psichiatrici e occorre una visione diversa con l’obiettivo di arrivare alla persona che sta male nel modo più veloce ed efficace. Significa accrescere il peso della medicina territoriale perché i medici di medicina generale, i pediatri, siano il primo presidio. I Cau non hanno risolto il problema della contattabilità, della facilità di accesso alla cura, oltre a non aver diminuito gli accessi al pronto soccorso. Sono una toppa in un vestito che va cucito in modo diverso. Valorizziamo, ad esempio, le circa 1200 farmacie, primo presidio per la distribuzione dei farmaci per supportare chi ha difficoltà a spostarsi per avere i farmaci prescritti dopo le dimissioni ospedaliere».

Alluvione e rimborsi: un massimo di 6.000 euro per i beni mobili non è poco? È anche vero che secondo il centrodestra una misura così non era mai stata approvata…
«Non è il centrodestra che lo dice, è la realtà dei fatti. Possibile che i 6.000 euro siano insufficienti in taluni casi ma mi adopererò per aumentarli. Rimane un problema di difficoltà di accesso ai rimborsi perché la piattaforma Sfinge, nome che è tutto un programma, rende molto complicato il sistema di riscossione».

Qual è la sua posizione sull’autonomia differenziata?
«Favorisce le Regioni governate bene, in quelle governate male moltiplica i problemi. In Italia le Regioni a statuto speciale dimostrano che con gli stessi ingredienti si può cucinare una minestra buona o cattiva. Il tema è un governo sapiente delle risorse, con un altro elemento fondamentale che è la regia nazionale».

Modena e Reggio sono l’asse portante con Bologna per lo sviluppo regionale: de Pascale è di Ravenna, il vicepresidente potrebbe essere bolognese. Qual è la sua proposta per le due città sulla via Emilia?
«Questa è la fase dell’ascolto e della coprogettazione, non impongo soluzioni. Vengo al dunque: penso al cambiamento climatico, sia in termini di siccità, sia di piogge torrenziali. Serve un piano di gestione delle acque diverso. Il 16 ci sarà una manifestazione a Vetto (Reggio Emilia) e la storia di quella diga è emblematica: perché un’opera come quella di Vetto - come altre in regione - è prevista da decenni, ma non è mai stata fatta? Non possiamo essere ricattati da un’ideologia ambientalista che invece di aiutarci a gestire bene il territorio per far sì che le risorse siano usate meglio, fa sì che un’opera come questa non sia realizzata. Ancora, Cispadana? Via Emilia Bis? C'è bisogno di infrastrutture, quindi si proceda spediti!».

Ferrara appare isolata dalle direttrici di sviluppo. Il sindaco Alan Fabbri, civico di centrodestra, è stato rieletto con un plebiscito: s’ispira a lui? Qual è il suo progetto per Ferrara?
«Se ci fosse il modello di governo Fabbri, un civismo unito ai partiti, alla guida dell’Emilia-Romagna, ne sarei felicissima. Ho incontrato Fabbri e il civico Zattini, sindaco di Forlì. Entrambi dimostrano che governare bene premia. In Fabbri vedo un esempio di buona amministrazione, è il sindaco di tutti, non solo di chi lo ha votato, e vuole risolvere i problemi pratici delle persone. Fabbri chiede il completamento della Cispadana e mi adopererò in tal senso. Insieme abbiamo ragionato sull’aiuto e sulla valorizzazione delle aziende agricole, troppo spesso dimenticate dalla Regione, e sulla necessità di essere attrattivi per nuove imprese. Il delta del Po e Comacchio presentano criticità dovute alla crisi provocata dal granchio blu».

Alla sua prima intervista come candidata lei ha aperto al Pd, segnale che non è piaciuto ai suoi alleati.
«Quella mattina in piazza Galvani a Bologna ho fatto un intervento in una maratona contro i suicidi in carcere. Ho fatto un discorso semplice: avremmo dovuto intercettare prima quel ragazzo di 20 anni morto suicida nel carcere di Firenze e avremmo dovuto offrirgli una vera proposta di accoglienza. Mi è stato detto che è un discorso di sinistra, ma non lo è, ho ribattuto: è un discorso umano. Qualcuno mi ha chiesto: e se il Pd accettasse la sua proposta? Ho risposto che ne sarei felicissima. Del resto, se l’Emilia Romagna avesse messo al centro le persone, i loro bisogni, la loro capacità di iniziativa, in modo sussidiario, io non mi sarei presentata. Se non ci fosse bisogno di cambiare, avrei continuato a fare la mia vita e senza scendere in campo».

Quindi i rapporti con il centrodestra come sono?
«I partiti di centrodestra mi hanno dato fiducia e di questo sono grata. Per vincere c’è bisogno dei partiti, ma anche dei consensi che raccoglieremo attraverso la mia civica. Dobbiamo interpellare chi non va più a votare e gli incerti: il voto non ideologico». Accetterebbe l’invito a un dibattito alla festa del Pd? «Abbiamo già accettato un confronto con de Pascale. Per ora non ho ricevuto nessun invito alla festa del Pd, ma non ci sono pregiudizi».l © RIPRODUZIONE RISERVATA