“Il miracolo della pace è possibile”
“Pane, pace e lavoro” scende in piazza per dire stop alle guerre
Reggio Emilia “Pane, pace e lavoro” è scesa in piazza, oggi, per dire che “il miracolo della pace è possibile”. Questo uno dei messaggi su uno degli striscioni dei manifestanti in piazza Prampolini. Manifestanti che si sono riuniti sfidando il caldo per “esigere la pace”.
“Le guerre sono frutto di logiche e di strategie utili solo a chi si contende il dominio del mondo. Già da tempo, all’ economia e al lavoro, si è sostituita la finanza mondiale, mentre la politica e la diplomazia hanno ceduto il passo a conflitti militari o terroristici su scala sempre più ampia – scrivono gli organizzatori -. Chi, credendosi politicamente superiore per natura, persegue i propri interessi di casta, di clan, di credo, inculca nella vita sociale la competizione, la concorrenza, fino alla prevaricazione. Viene così negato il fatto innegabile che siamo tutti uguali, e che non ci sono comunità politiche superiori per natura e comunità politiche inferiori per natura. Così la guerra entra nelle nostre vite, nei nostri rapporti personali, nelle famiglie, nelle amicizie, nei luoghi di lavoro e di divertimento.
La vita delle persone è invece desiderio di pane, di pace, di lavoro, di costruire ambiti familiari, amicali, professionali positivi. E ciò che desideriamo, cioè la normalità del quotidiano pane condiviso, non deve restare un’utopia, perché è realmente possibile. Nel tessuto delle nostre giornate, dentro la nostra trama di rapporti, il miracolo nasce ogni giorno grazie a un lavoro e alle azioni di chi rispetta la verità, di chi s’impegna per la giustizia, di chi mette in atto una solidarietà attiva e difende la libertà, costi quel che costi. Sta alla nostra personale responsabilità metterci insieme e dare spazio al desiderio di bene, alla novità del quotidiano vivere la pace, in noi stessi e con gli altri, e vincere così il clima che ci incita a credere che non ci sia più nulla da fare, che tutto è nelle mani di pochi ricchi potenti: non dobbiamo crederlo e non possiamo farci ingannare oltre.
Tale azione è concretamente già in atto in molte parti del mondo: accade in piccole comunità di ebrei e palestinesi, accade quando si soccorrono persone disperate, accade a Reggio Emilia in via Turri nelle esperienze di condivisione che farebbero volentieri a meno dell’esercito, accade quando l’amicizia si realizza nelle retrovie dove si soccorre chiunque soffra, senza distinzioni di parte, accade dove si educa all’umanità. La vittoria sulla guerra è dunque possibile in una compagnia in azione. Pane Pace Lavoro propone questa compagnia che si muove, lavora, opera a partire da una umanità che desidera il bene, che rompe il muro che chi domina il mondo sempre erige perché non si veda che il miracolo è possibile. E alle manovre dei potenti, insensibili ai veri problemi quotidiani della gente, Pane Pace Lavoro risponde con alleanze di bene, vive e operative qui e in tante altre parti del mondo. E, come sempre, il PPL esige, con la forza di chi non ha interessi politici o economici, che sia restituita ai popoli oppressi la pace, là dove i potenti vogliono invece continuare ad imporre la guerra".