Multato per quattromila euro «Voglio essere rimborsato»
Un automobilista reggiano assistito dall’avvocato Vinci
Reggio Emilia Ben quattro mila euro di multe nel giro di qualche giorno. Una cifra da capogiro rimediata da una delle “vittime” dell’autovelox di via Teggi a Codemondo, che ora ha intenzione di procedere costituendosi come parte civile presso il Tribunale di Cosenza assistito dall’avvocato Gianluca Vinci, deputato di Fratelli d’Italia. «Un mio cliente ha preso 4mila euro di multe – spiega Vinci – lui è di Reggio ma lavorava a Montecchio. Praticamente ogni volta che passava per via Teggi prendeva una multa per eccesso di velocità e gliele hanno notificate dopo 90 giorni. Quel velox è stato posizionato qualche anno fa, da allora è stata una strage. Lo hanno installato in un lungo rettilineo con limiti di velocità bassissimi esclusivamente per fare cassa. Fossero almeno legali...». Stefano C., questo il nome dell’assistito, ha dato mandato all’avvocato Vinci di costituirsi parte civile, così da chiedere il risarcimento.
«Ora il cliente mi ha dato mandato per costituirci parte civile sia contro chi ha prodotto e installato i velox sia contro eventuali corresponsabili come il Comune di Reggio – prosegue Vinci – Stiamo anche valutando di chiamarlo (il Comune, ndr) come responsabile civile nell’inchiesta di Cosenza, ora c’è la possibilità di chiamare, come persone offese o parte civile costituite, un responsabile civile che risponda dei danni. La prima idea è andare e chiedere il risarcimento di quanto pagato». L’amministrazione comunale, che ha dichiarato di considerarsi parte lesa, dovrà decidere come e quando ricorrere per vie legali per far valere le proprie ragioni. A tal proposito Vinci ha un’idea piuttosto chiara. «Il Comune parte lesa? Non hanno verificato e hanno incassato milioni di euro non dovuti – in calza l’avvocato – Ho presentato un’interrogazione in Parlamento per capire qual è la portata, quante multe sono state fatte e soprattutto se il ministero ha intenzione di redarguire i Comuni che adottano dei mezzi obiettivamente non omologati, hanno firmato dei contratti senza controllare. Hanno ricevuto l’autorizzazione della Prefettura per l’installazione del velox in un determinato punto della strada. Poi però quello che si va a installare deve essere omologato da un ente certificatore a livello nazionale e deve esistere anche un prototipo funzionante. La Procura di Cosenza dice che non c’è né l’omologazione né il prototipo. Poi vanno anche controllati nel tempo, non basta l’omologazione iniziale».
In passato i ricorsi di fronte a mancata omologazione dei velox sono spesso stati rigettati e in ogni caso devono essere presentati al giudice di pace entro i trenta giorni dalla notifica. Ma «se la Procura dice che è stato commesso un reato allora le cose cambiano completamente. A quel punto, in sede penale, anche anni dopo si può chiedere la restituzione e anche il risarcimento morale. Il Comune di Reggio non ha ricevuto un’omologazione falsa, proprio non l’ha ricevuta e non l’ha richiesta per quanto è a conoscenza» conclude Vinci.
M.M.
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