Gazzetta di Reggio

Reggio

L’intervista

«Prefetta? È inascoltabile» Cruciani contro la Gazzetta

Manuel Marinelli
«Prefetta? È inascoltabile» Cruciani contro la Gazzetta

La provocazione del conduttore nell’ultima puntata de La Zanzara

26 luglio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Prefetto o Prefetta? Questo è il dilemma. «Di fronte a un giornale o a chiunque usi la parola “Prefetta” io manderei i carabinieri» commenta il conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani nel corso dell’ultima puntata stagionale de La Zanzara, in onda su Radio 24. Il riferimento è al titolo in apertura sulla prima pagina del nostro giornale di mercoledì: “Sicurezza in zona stazione, la Prefetta chiede l’esercito”. I carabinieri per fortuna non sono arrivati… Speriamo, invece, i militari arrivino presto in stazione come promesso dalla... prefetta Maria Rita Cocciufa.

«Prefetta non si può sentire, mi viene l’orticaria – spiega Giuseppe Cruciani intervistato dalla Gazzetta – ma è la mia percezione e ognuno è libero di fare quello che vuole. Penso si tratti di minoranze occidentali che avendo acquisito tutti i diritti si battono per qualcosa che ancora non c’è. Adesso chiedono di intitolare le strade alle donne, c’è addirittura un comitato. Io penso non abbia alcun senso e che non abbia niente a che fare con i problemi delle donne, che ci sono ancora sicuramente. Ma queste battaglie non smuovono di un millimetro i problemi che ancora ci sono».

Posto che non vogliamo certo distogliere l’attenzione da quello che è il tema più importante della città (e che ai delinquenti in stazione difficilmente interesserà se a chiamare i militari sia il Prefetto o la Prefetta) la questione è indubbiamente d’attualità, specie dopo la proposta di legge targata Lega voluta proprio per vietare e sanzionare le desinenze femminili nelle cariche pubbliche, poi ritirata, su cui ha ironizzato anche Mattarella: «Spero si possa ancora dire sindaca», le parole del capo dello Stato.

«Fare una legge apposta come ha fatto la Lega è una follia – continua il conduttore de La Zanzara – piuttosto bisogna fare una battaglia culturale per fermare queste iniziative inutili che con i diritti delle donne non c’entrano nulla. Non è che un prefetto donna si sente rappresentato, è uno storpio della lingua italiana e basta. Solo i sindaci di centrosinistra chiedono di essere chiamati “sindaca”, questo perché ormai la sinistra è diventata la paladina dei nomi al femminile, è la loro priorità. Ma alla gente normale non frega nulla, interessa del lavoro, dei salari. La sinistra invece pensa a questo, ai privilegiati. Gente che sta nei centri storici. Io credo che alle donne di Reggio non freghi nulla, penso abbiano più a cuore cosa fa il prefetto rispetto a come si fa chiamare. Napolitano, non certo uno di destra, nel 2016 disse che queste cose erano inutili. In Francia Macron si era detto contrario alla lingua inclusiva, definendola una storpiatura. Io la penso come Macron».l

© RIPRODUZIONE RISERVATA