«Cara Elisa, ci mancherà tanto il tuo sorriso»
In tanti ieri per l’addio alla 13enne morta dopo un tuffo in piscina
Poviglio «Ciao Elisa, ci dispiace di non aver condiviso dei momenti con te. Ci mancherà il tuo sorriso e la tua cara amicizia. Sarà difficile affrontare il primo giorno di scuola con un banco vuoto, ma ti possiamo assicurare che resterai sempre nei nostri cuori».
Questo il messaggio letto da una compagna di classe, all’uscita dalla chiesa davanti alla candida bara di Elisa Amadasi, la ragazzina di 13 anni di cui ieri si sono svolti i funerali. L’uscita del feretro alla fine della messa è stato accompagnato dal lancio di palloncini bianchi.
A turno, i volontari in divisa del Coordinamento provinciale di Protezione civile, hanno portato in spalla la bara fino al cimitero. Dietro il carro funebre, tutti i compagni di classe di Elisa.
La chiesa parrocchiale era gremita. Molti sono rimasti, nonostante il caldo, sotto i gazebo allestiti dal Comitato genitori o all’ombra dei portici della piazza al riparo dal sole cocente. Prima della messa, alcuni genitori del comitato dell’istituto comprensivo di Poviglio hanno distribuito cartoncini rossi, a forma di cuore, con la scritta “Elisa” che molti hanno applicato sul petto.
A celebrare la messa il vescovo monsignor Giacomo Morandi, insieme a monsignor Alberto Nicelli, a don Giancarlo Minotta parroco di Brescello e Boretto e Gualtieri, al parroco mantovano, parente di Elisa, don Giorgio Bugada di Riva di Suzzara e al diacono don Francesco, che il giorno dell’incidente era tra gli animatori del Grest al Centro Le Piscine di Guastalla.
«È inevitabile che nel nostro cuore ci siano tante domande, dubbi, dolore immenso, di un distacco così prematuro e impensabile – ha detto Morandi nella sua omelia –. Non c’è dolore più grande nel comunicare a una mamma che uno dei suoi figli ha terminato il suo cammino. Sono momenti nei quali tutte le parole rivelano la loro umana fragilità, povertà e inconsistenza. Nessun perché trova una risposta. Elisa è nella Celeste Gerulasemme dove è un angelo che vi accompagna e avrà uno sguardo particolare per la sua famiglia».
Nel momento delle preghiere “lo sfogo” di un genitore: «Padre, da genitori ti chiediamo il senso di tutto questo. Cresciamo i nostri figli dedicandoci a loro nel modo migliore possibile e poi ci rendiamo conto che ogni nostra tribolazione e lamentela non sono nulla nel disegno più grande che tu hai per noi. Non possiamo farci domande in situazioni come queste perché non ci sono risposte terrene in grado di darci consolazione sul perché di quanto è accaduto».
Una docente con la voce rotta dal pianto ha detto: «Elisa ci mancherà, ci mancherà il suo sorriso e la sua voglia di stare con i compagni e le compagne di scuola. È difficile capire il mistero della sua scomparsa e il dolore che attraversa la sua famiglia e noi tutti, perché muore una ragazzina buona e gentile di 13 anni. È una domanda a cui non sappiamo rispondere ed è ancora più difficile per noi docenti che dobbiamo spiegare il mistero della morte a noi stessi, ai compagni e alle compagne di Elisa e alla sua sorellina».
Durante l’eucarestia, don Bugada, molto provato e commosso, a fatica ha portato a termine una parte del Messale. Prima della benedizione dell’acqua e dell’incenso è intervenuto il sindaco Filippo Ferrari, presente in chiesa con la sua Giunta: «Esprimo a Roberto, Anna e Greta e ai familiari la vicinanza dell’amministrazione comunale e di tutta la comunità povigliese. Oggi (ieri per chi legge, ndr), infatti, tutta la comunità intera si ritrova per salutare Elisa per ricordarla e per stringere in un caldo, affettuoso abbraccio i suoi familiari. Una comunità che si dimostra viva e solidale, fatta di cittadini e istituzioni, organizzazioni e associazioni. Siamo qui, tutti, per dire “noi ci siamo”, ora e d’ora in poi».
Poi l’intervento conclusivo di monsignor Nicelli, parroco di Poviglio: «Credo di esprimere anche a nome di tutti voi in particolare della famiglia e dei familiari di Elisa, il “grazie” che davvero in questi dodici giorni, per certi versi terribili e che ci hanno creato tanta ansia, tanta attesa, tanta speranza, hanno avuto tutti quanti un denominatore comune: una comunità unita, nella speranza, nella fiducia, ma soprattutto nel darsi una mano, il più possibile. La vostra presenza, ora e anche negli altri tre momenti di preghiera, è stata importante, primo per chiedere al Signore e alla Madonna il miracolo, e gli altri due per accompagnare e sostenere questa famiglia, tutti noi e, mi permetto di dire, anche la famiglia parrocchiale, quella del Grest che certamente è stata colpita profondamente». l