Trova buoni postali da mille lire “Oggi valgono 90.000 euro”
Un 66enne li ha trovati mentre sistemava la casa dei genitori a San Polo
Reggio Emilia Trova due buoni fruttiferi postali risalenti agli anni Cinquanta mentre sta mettendo a posto le carte dei suoi genitori, nella casa che ha ereditato. Fin qui potrebbe apparire un normale riordino degli incartamenti ritrovati, ma l’episodio assume un tocco di straordinario se si considera che i titoli, del valore iniziale di mille lire, ora potrebbero toccare quota 90.000 euro.
Siamo a San Polo e il cittadino che ha ritrovato i titoli postali è Roberto Gualtieri, 66 anni. Mentre stava sistemando l’abitazione dei genitori, venuti a mancare rispettivamente 12 e 17 anni fa, fra le mani di Gualtieri sono capitati i due buoni postali. Il 66enne si è rivolto all’Associazione Giustitalia, presieduta dall’avvocato Francesco Di Giovanni, che si occupa, tra le altre cose, su scala nazionale e internazionale del rimborso dei buoni postali e dei titoli di Stato, per agire al fine di recuperare la somma da Poste italiane e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, obbligati a “onorare” insieme tutti i debiti di Poste italiane.
«Ho trovato questi due buoni mentre stavo mettendo a posto la casa dei miei genitori per metterla in vendita e mi sono rivolto all’associazione Giustitalia e al suo referente, l’avvocato Giovanni Rossetti – racconta Roberto Gualtieri –. Ho visto che altre persone si erano rivolte a quest’associazione per incassare questi buoni postali che ho ritrovato mentre sistemavo le carte dei miei genitori, nella loro abitazione, che si trova di fronte a casa mia. Questi buoni erano posti in un cassettone nel corridoio, non so per quale motivo fossero stati collocati lì. A dire il vero, non sapevo nemmeno della loro esistenza. Tutto è successo una manciata di giorni fa mentre, ripeto, stavo liberando la casa dei miei genitori per poi metterla in vendita».
Da parte dell’associazione Giustitalia, fanno sapere che «per quanto riguarda la presunta prescrizione del diritto al rimborso, il codice civile stabilisce che “la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”. Quindi, nel caso di specie, il giorno di decorrenza della prescrizione che è decennale comincia a decorrere dalla data del ritrovamento del titolo stesso (e diversamente non potrebbe essere visto che l’interessata prima di tale data ignorava l’esistenza del suo credito). Solo per offrire qualche dato statistico: in Italia ci sono circa 10 milioni di titoli di credito “antichi” (tra buoni postali, libretti bancari, Bot, e così via non riscossi ed ancora riscuotibili) e, purtroppo, c’è molta disinformazione anche da parte degli enti preposti al pagamento».
L’associazione indica, inoltre, come non si possa stabilire a priori il valore di ogni singolo titolo. «Serve l’aiuto di un consulente contabile esperto che proceda alla valutazione del singolo titolo in relazione all’anno di emissione, al tasso previsto per quel tipo di titolo, al succedersi delle leggi nel tempo, ai periodi di valutazione e svalutazione monetaria, all’introduzione della moneta unica europea e ad altrettanti ulteriori coefficienti. In linea di principio, si può avere un’indicazione di massima considerando il potere di acquisto che aveva la lira all’epoca di emissione del predetto titolo. In altri termini, sempre in linea generale, il titolare o l’erede avrebbe diritto a ottenere oggi l'equivalente di quella somma tradotta in euro.