L’addio di Giuliano Razzoli allo sci: «È stata una bella favola»
Nel borgo a Villa Minozzo la festa di fine carriera dello sciatore reggiano: ex compagni e personaggi noti hanno voluto esserci per rendergli omaggio
Villa Minozzo “Razzo campione, pettinali tutti”, oppure “Grazie Razzo”. Dagli striscioni e gli slogan, sembrava di essere ancora in Coppa del Mondo, e che l’idolo degli sport invernali di un’intera Provincia stesse per competere in una delle discese che l’hanno reso celebre. Invece, questa volta, Giuliano Razzoli, oro olimpico a Vancouver nel 2010, non indossava gli sci e la tuta, già appese simbolicamente al chiodo. Giuliano Razzoli ha detto “stop” allo sci di alto livello, ma è come se ieri fosse arrivata l’ennesima medaglia, rappresentata dall’amore della sua gente, che in questi anni l’ha sostenuto e gli è rimasta accanto anche nei momenti più bui.
A Razzolo di Villa Minozzo, dove tutto è cominciato e dove il “Razzo” vive, gli amici e i familiari si sono riuniti per la grande festa di fine carriera. “Il Razzo ieri, il Razzo oggi, il Razzo domani”, questo il titolo dell’iniziativa, ha visto la piazza centrale riempirsi: tutti volevano esserci, dai compagni di una vita agli atleti emergenti della Nazionale, dagli allenatori a semplici appassionati. «È stata una bella favola – ha commentato Razzoli in riferimento alla sua lunga carriera–, un periodo pieno di emozioni intervallati dalle difficoltà. Ho avuto la fortuna di condividere i momenti con la comunità e questo ha reso tutto speciale. È stata un’avventura non solo mia, ma di tutti quelli che l’hanno vissuta con me. Non sono riuscito a fare l’ultima gara di Coppa del Mondo perché l’hanno annullata e così volevo avere un ultimo momento per riunire e salutare tutti». In effetti, lo sci italiano ha riconosciuto la sua grandezza e ha risposto presente. Il futuro, adesso, è incerto, ma le priorità sono chiare. Alla soglia dei 40 anni (li compirà a dicembre) Giuliano vuole godersi la moglie Elisa e soprattutto il piccolo Emanuele, che ha dato alla luce a marzo.
Lo sci, è evidente, continuerà però a stuzzicarlo e non è da escludere un ruolo: «Mi tengo diverse porte aperte. È chiaro che lo sci è il mio mondo, ma ho anche impegni sul territorio, al quale sono molto legato. Sono appassionato di aceto, gestisco l’acetaia di famiglia e sono presidente del Consorzio Balsamico Tradizionale di Reggio. Vedremo quello che sarà». Un pensiero, il Razzo, lo vuole dedicare ai suoi amici di sempre: «Il fan club in 18 anni di Coppa del Mondo si è sempre distinto come un gruppo simpatico ed appassionato, che ha fatto la differenza con lo spirito emiliano. Un po’ di emozione, a vedere Razzolo così piena ed addobbata, c’è stata. Anche questa condivisione è un’altra medaglia d’oro che conserverò». «Giuliano ha portato l’Appennino Reggiano nel mondo, rimanendo attaccato alle proprie radici», ha affermato l’ormai ex presidente della Regione Stefano Bonaccini, presente tra le istituzioni e personalità (tra gli altri, il presidente della Provincia Giorgio Zanni, Giammaria Manghi della Regione, il parlamentare Andrea Rossi, il sindaco di Villa Minozzo Elio Ivo Sassi, Giorgio Cimurri, oltre ad ex sciatori come Piero Gros, Cristian Deville e Manfred Molgg).
Poi spazio agli aneddoti, coi compagni che hanno ricordato come lo sciatore reggiano dormisse davvero tanto in ritiro, ma che il riposo era stato un fattore fondamentale nel recupero tra la prima e seconda manche alle Olimpiadi di Vancouver, nel 2010. La festa è proseguita sino a tarda sera, tra musica, aneddoti e dj set. È stato il suo ultimo” slalom” e Razzoli se l’è goduto sino in fondo. Da oggi sarà un’altra storia, da affrontare con la positività, l'umiltà e la semplicità che l’hanno reso grande da atleta.l © RIPRODUZIONE RISERVATA