E’ gravissimo l'accoltellato in zona stazione: per la procura è tentato omicidio
Denunciato un 23enne tunisino senza fissa dimora. Operato il ferito: è un 26enne ghanese. Il litigio per un monopattino
Reggio Emilia È stato identificato e dovrà rispondere del reato di tentato omicidio l’aggressore che martedì scorso ha accoltellato un 26enne ghanese. Ad incastrare il responsabile sono state le telecamere di videosorveglianza e le numerose testimonianze delle persone presenti sul posto: si tratta di un 23enne tunisino, senza fissa dimora, con il quale il 26enne avrebbe avuto un litigio poche ore prima pare per un monopattino conteso. L’accoltellatore – che ha rischiato il linciaggio da parte dei nigeriani accorsi sul posto – è stato denunciato.
I due fendenti all’addome, secondo quanto appurato da carabinieri e polizia che hanno eseguito un’indagine congiunta, avrebbero potuto essere fatali. Il ferito, sottoposto a un delicato intervento chirurgico al Santa Maria Nuova, è in gravi condizioni: è ricoverato nel reparto di Rianimazione in prognosi riservata.
Il fatto di sangue è avvenuto martedì poco prima delle 19 sotto i portici di viale IV Novembre, dove una giovane straniera di passaggio ha visto un giovane di colore colpito accasciarsi sanguinante: la passante ha subito chiesto aiuto all’ufficio della polizia ferroviaria. L’aggressore era già fuggito. Mentre il 26enne, per terra davanti al negozio di elettronica, perdeva parecchio sangue e veniva soccorso dai sanitari, sul posto si sbracciava il fratello del 26enne. Molto agitato, il familiare ha cominciato a inveire contro un gruppo di magrebini che si trovavano dall’altra parte della strada, davanti al bar Marconi, colpevoli a suo dire di far parte di una “banda” rivale: e ha perfino incitato i connazionali accorsi a farsi giustizia da soli. Sono stati momenti di alta tensione: qualcuno ha cominciato a lanciare transenne, biciclette e sedie in strada, bloccando il traffico degli autobus per qualche minuto. È stato necessario uno spiegamento di forze dell’ordine per evitare che la situazione degenerasse. Alla fine polizia locale, questura e carabinieri sono riusciti a riportare i presenti alla calma.
A questo punto gli inquirenti hanno potuto ricostruire l’antefatto. Il 26enne si trovava seduto a bere una birra sotto i portici, in compagnia del fratello, quando è arrivato insieme ad altri connazionali il tunisino: quest’ultimo, senza dire una parola, ha sferrato due coltellate all’addome per poi dileguarsi. Il motivo? Secondo il familiare testimone oculare sarebbe stata una vendetta per un diverbio che i due avevano avuto in mattinata a causa di un monopattino (ma il movente è in attesa di conferme certe). In serata, grazie ad altri testimoni, è stata trovata l’arma, che è stata recuperata e repertata: un coltello da cucina gettato in un cestino dell’immondizia dall’aggressore in fuga. Le immagini delle telecamere di sorveglianza hanno poi consentito di chiudere il cerchio sul reo, anche se restano da chiarire diversi aspetti.
La relazione degli investigatori arriverà sul tavolo del pm di turno Valentina Salvi che vaglierà gli elementi.