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«Così l’intelligenza artificiale ci aiuta a lottare contro i tumori»

Jacopo Della Porta
«Così l’intelligenza artificiale ci aiuta a lottare contro i tumori»

ll dottor Romano Sassatelli, primario della Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Ausl di Reggio Emilia, spiega i cambiamenti profondi che stanno investendo il settore di sua competenza e l’importanza del nuovo progetto sostenuto dall’associazione Apro

15 luglio 2024
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Reggio Emilia «L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il nostro approccio alla medicina e sta avendo un impatto significativo soprattutto in campo gastroenterologico. Le nuove apparecchiature che si avvalgono di questa tecnologia aumentano in modo consistente la precisione diagnostica e migliorano i trattamenti per i pazienti perché li rendono più personalizzati».



Il dottor Romano Sassatelli, primario della Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Ausl reggiana, spiega i cambiamenti profondi che stanno investendo il settore di sua competenza e l’importanza del nuovo progetto sostenuto dall’associazione Apro Ets, che si è posta l’obiettivo di raccogliere 400mila euro per dotare gli ospedali reggiani di nuove apparecchiature all’avanguardia.

Dottore, di quali tumori si occupa principalmente la sua struttura, che dal 2018 è provinciale e opera con un'equipe unica nelle sedi di Reggio Emilia, Castelnovo Monti, Correggio, Guastalla, Montecchio e Scandiano?

«La nostra struttura si concentra su due principali filoni: oncologia gastroenterologica e gastroenterologia generale. Nel campo oncologico, ci occupiamo principalmente di patologie neoplastiche del pancreas, delle vie biliari e di tumori del colon».

Che differenza c’è in termini di aspettativa di vita nelle due patologie?

«Ogni anno abbiamo circa 120 nuovi casi di tumori del pancreas. La probabilità di sopravvivenza a 5 anni è intorno al 10%. Si stima che nei prossimi anni diventerà la terza causa di morte. Per il colon la situazione è molto diversa, si consideri che la probabilità di sopravvivenza a cinque anni è complessivamente superiore al 68% e che si tratta di un tipo di neoplasia prevenibile».

Il nuovo progetto di Apro intende fornire tecnologie utili per affrontare entrambe le tipologie di tumori. Perché sono così importanti?

«Il nuovo progetto ha come obiettivo quello di migliorare la qualità delle prestazioni della gastroenterologia, intervenendo su tutte le sei sedi. Gli obiettivi sono due. Partiamo dal primo, che è relativo all’acquisto di un nuovo ecografo ed ecoendoscopio idoneo all’applicazione di intelligenza artificiale per migliorare le diagnosi dei tumori di pancreas e delle vie biliari per la sede di Reggio».

Ci spieghi meglio a cosa serve.

«L’ecoendoscopia è una metodica fondamentale per studiare le patologie dell’apparato digerente, delle vie biliari e del pancreas. Permette di eseguire un’esplorazione ecografica delle pareti dei visceri e delle regioni circostanti grazie all’applicazione di una piccola sonda a ultrasuoni sulla punta dell’endoscopio. Nell’ambito del progetto inaugurato lo scorso ottobre, Apro sosterrà l’acquisto di un ecografo di ultima generazione con ecoendoscopio pronto per l’applicazione di intelligenza artificiale, che verrà installato nella sede di Reggio Emilia nei prossimi mesi».

Qual è la novità di questo macchinario?

«Questa apparecchiatura migliorerà la capacità diagnostica e quella interventistica. Per una diagnosi accurata è necessario eseguire biopsie ecoendoscopiche (Eus-Fnb) e questo consente di dare un “nome” preciso alla neoplasia ma anche di ottenere materiale utile per diagnosi genetiche e quindi trattamenti oncologici innovativi (ad esempio l’immunoterapia). Inoltre, molti tumori del pancreas causano ostruzione delle vie biliari e dello stomaco e attraverso l’ecoendoscopio è possibile posizionare innovative protesi biliari e gastro-enterali consentendo al paziente di continuare le cure. Questo in passato era possibile solo con interventi chirurgici molto invasivi. L’ecografo, infine è pronto per tutte le applicazioni dell’intelligenza artificiale e ha già la capacità di apprendere e migliorare automaticamente la modalità migliore di imaging, cioè di visualizzazione interna del corpo umano per diagnosi e trattamento».

L’altro obiettivo in cosa consiste?

«Nella nostra realtà abbiamo un ottimo programma di screening per il tumore del colon-retto, attivo dal 2005, che ha migliorato significativamente le possibilità di diagnosi precoce e di prevenzione. Questo significa che centinaia di persone hanno avuto la possibilità di identificare il tumore in una fase in cui era curabile o addirittura hanno evitato di ammalarsi.

Perché ciò è possibile nel caso dei tumori del colon?

«Per questo tipo di neoplasie esiste la cosiddetta sequenza polipo-cancro: è dimostrato da quasi trent’anni che l’asportazione dei polipi impedisce la formazione del tumore e in questo consiste la grande possibilità di prevenire il cancro. Proprio per questo è importante identificare tutte le lesioni pre-tumorali anche attraverso l’aiuto dell’intelligenza artificiale che consente di migliorare l’accuratezza diagnostica. È importante che tutti abbiano la consapevolezza di questa opportunità di prevenzione».

Tutti gli ospedali reggiani sono dotati di queste tecnologie all’avanguardia?

«Grazie al sostegno di Apro Ets, presso la sede di Reggio Emilia è già presente da un paio di anni un sistema di intelligenza artificiale diagnostico per la colonscopia. Questo software ha la funzione di analizzare l’immagine prodotta dal processore dell’endoscopio e supporta l’endoscopista nell’identificazione e nella caratterizzazione dei polipi del colon. Quindi siamo in grado di aumentare l’efficacia della prevenzione e anche di discriminare fin dalle prime indagini tra lesioni neoplastiche e non. Tutto questo è possibile perché la macchina è stata “addestrata” identificando centinaia di migliaia di immagini e migliora continuamente con l’auto-apprendimento. Questa funzione è un enorme supporto per l’occhio umano e la valutazione finale è comunque del professionista. Con questo approccio è scientificamente dimostrato che si è in grado di consentire a tutti di ottenere risultati altissimi di accuratezza ed efficacia dell’indagine. Al momento, questa tecnologia è disponibile solo a Reggio. Il progetto si pone l’obiettivo di dotare tutte le altre sedi provinciali di dispositivi di intelligenza artificiale». l

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