Allerta gialla a causa del caldo, più accessi al pronto soccorso
L’attenzione è rivolta in primo luogo alle persone d’età avanzata, che spesso soffrono anche di patologie croniche
Reggio Emilia Una volta ci si doveva difendere soprattutto dal gelo invernale e dalla proverbiale “nebbia in val Padana”. Ora, invece, l’emergenza atmosferica è quella che ricorre in questi giorni come ogni estate, minacciando con il bollore tropicale soprattutto gli anziani, le persone afflitte da malattie croniche e quelle obbligate per il lavoro ad esporsi al sole nelle ore centrali della giornata. Il cambiamento climatico è avvertibile chiaramente anche sotto questo profilo, benché siano rilevanti le differenze fra gli anni scorsi, quando la fornace si accendeva fra maggio e giugno, e il 2024, che ne ha ritardato l’avvio alle seconda decade di luglio. Nel mese scorso l’allarme era stato lanciato per le precipitazioni eccezionali, che hanno ingrossato paurosamente i corsi d’acqua. Al contrario oggi facciamo i conti con l’allerta gialla dovuta alla calura che imperversa da ieri. Se ne preoccupano principalmente le autorità sanitarie, che vedono aumentare del venti per cento gli accessi al pronto soccorso quando il termometro supera abbondantemente i 30 gradi. L’attenzione è rivolta in primo luogo alle persone d’età avanzata, che spesso soffrono anche di patologie croniche. Il servizio Anziani e disabilità del dipartimento di Cure primarie dell’Ausl non si stanca di ripetere le raccomandazioni finalizzate a prevenire le conseguenze più gravi dell’attuale canicola. «Sono assolutamente da evitare – sottolinea la direttrice Morena Pellati, geriatra – i colpi di calore e la disidratazione. I primi possono condurre al decesso quando instaurano processi infiammatori. Non si deve uscire di casa nelle ore più calde, fra le 11 e le 18. Chi ha il climatizzatore lo deve mantenere in funzione, in modo che la temperatura dell’ambiente domestico non superi 30 gradi né si abbassi al di sotto dei 26». Gli anziani sono particolarmente vulnerabili perché tendono a non avvertire lo stimolo della sete. «L’eccesso di sudorazione non compensato dall’assunzione di bevande – spiega la dottoressa Pellati – induce spossatezza, rallentamento dei movimenti e difficoltà di concentrazione. Si deve assumere almeno un litro di acqua al giorno, integrandola con sali minerali. È altrettanto importante ingerire alimenti ricchi di acqua, cioè frutta e verdura». Quando queste regole non vengono rispettate si può andare incontro ad una crisi molto seria. «Se si ha il minimo dubbio – riferisce la geriatra – si prescrive un intervento infermieristico per effettuare la reidratazione per via endovenosa o anche sottocutanea». In quanto alla temperatura dell’ambiente in cui si vive, non tutti dispongono di un impianto di climatizzazione. Allora si ricorre ai ventilatori, che però non risolvono il problema della perdita di liquidi attraverso la sudorazione. «Il ventilatore – osserva la dottoressa – non abbassa la temperatura, Fa semplicemente circolare l’aria, Quindi l’anziano va sempre incontro al rischio della disidratazione». Un’altra complicazione estiva riguarda la pressione sanguigna, che tende a diminuire con il calore atmosferico. «Molti anziani – rileva a tale proposito la geriatra – sono ipertesi e assumono farmaci per abbassare la pressione. Occorre misurarla spesso e modulare la terapia per non rischiare di incorrere in mancamenti e cadute a causa dell’ipotensione. Anche chi ha scompensi cardiaci in genere assume farmaci che fanno diminuire la pressione. La stessa attenzione si deve avere nei confronti di chi assume diuretici, che fanno urinare e, quindi, determinano la perdita di acqua e sali minerali. In quanto ai diabetici – conclude Pellati – occorre da parte loro evitare il consumo di frutta, che contiene zuccheri».