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A Reggio Emilia crociata contro i coriandoli a scuola: «Non è il modo di festeggiare la maturità»

Luciano Salsi
A Reggio Emilia crociata contro i coriandoli a scuola: «Non è il modo di festeggiare la maturità»

Alberto Sgarbi, docente del Nobili: «È materiale inquinante»

09 luglio 2024
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Reggio Emilia C'era una volta l'ossessione della maturità, ricorrente per anni negli incubi notturni. Rimane un’emozione intensa, ma effimera, coronata per tutti gli studenti, o quasi, da un voto almeno sufficiente, spesso alto o apicale. La gratificazione, per chi riusciva a superare le ardue prove, era tanto sostanziale quanto discreta e sommessa. Oggi si compensa lo scarso valore del titolo acquisito con il clamore di una baldoria carnevalesca.

Se ne vedono tracce variopinte e luccicanti sulle aiuole del vasto cortile del polo scolastico di via Makallè, su cui s'affacciano gli istituti Leopoldo Nobili, Blaise Pascal e Angelo Secchi, oltre al liceo Matilde di Canossa. È ciò che resta dei coriandoli sparsi sul capo dei nuovi maturi festeggiati, dopo il colloquio finale, come finalisti della Champions League. «Non ne sono entusiasti – obietta Alberto Sgarbi, docente e responsabile dell'ufficio tecnico del Nobili – i bidelli obbligati a ripulire gli ingressi delle scuole e gli spazi prospicienti. Sono minuscole particelle di plastica, leggerissime e difficili da raccogliere, che possono essere frammentate ulteriormente, disperse nell'aria e quindi inspirate. Èun materiale inquinante che a Venezia e in altre città è stato vietato dalle amministrazioni comunali».

Piaccia o non piaccia, fatto sta che da qualche anno il rito goliardico s'è imposto e coinvolge la quasi totalità dei giovani arrivati alla conclusione del quinquennio dell'istruzione secondaria di secondo grado. Il rumoroso tripudio comprende brindisi e fiori per le ragazze. Non sono “ricchi premi” ma vistosi “cotillons” di un fugace galà. «Tutti sono liberi di fare festa – eccepisce Sgarbi – ma non dovrebbero comportarsi in questo modo davanti alle scuole. Purtroppo i genitori partecipano in prima fila, insieme ai compagni di classe, agli amici e ai parenti. Ho visto una madre che sparava i coriandoli vicino alla porta d'ingresso. Le ho portato la scopa invitandola a pulire. Lei si è scusata con imbarazzo. Ho affidato ai bidelli l'incarico di invitare gli studenti e gli adulti a non spargere i pezzetti di plastica nel cortile. Tuttavia questa cattiva abitudine è continuata».

L’usanza si è diffusa rapidamente attraverso i social. «Al netto della gioia per il superamento dell’esame – osserva Sgarbi – i maleducati che lasciano per terra i residui dei festeggiamenti sono ancora troppi, il che farebbe dubitare della raggiunta maturità. A tale proposito, vorrei lanciare un appello. I ritagli di plastica sono oggetti molto leggeri, che vanno ad aggravare il problema della dispersione nell’ambiente delle microplastiche, i cui effetti tossici sono già stati evidenziati dalle ricerche mediche. Spero che i sindaci dei comuni sedi di scuole superiori, in quanto responsabili della condizione di salute della popolazione, emanino un divieto di spargere coriandoli in occasione dei prossimi esami di maturità».

Nondimeno, anche quando non si seminano tali insidie ambientali si tende ad eccedere nell'euforia. Lo attesta Daniele Castellari, il professore del liceo Aldo Moro che da anni organizza la "Città del lettore", originale iniziativa di promozione della lettura. «È una moda – spiega – che s'è affermata negli anni del Covid. Nella mia scuola non ho udito lamentele per l'uso dei coriandoli, ma durante i colloqui della maturità lo spazio antistante la porta d'ingresso si riempie di tappi di bottiglia e i muri sono innaffiati di vino. Una volta una studentessa che aveva appena sostenuto l'esame fu invitata a rientrare perché non aveva firmato il verbale. Si ripresentò con addosso il forte odore dello spumante con cui gli amici le avevano infradiciato la camicia». Fa parte della tradizione del Moro una particolare attenzione all'ambiente, tant'è che gran parte dell'area cortiliva è occupata da un pregevole parco e orto botanico. «In occasione della Città del lettore – riferisce Castellari – mi fu proposto di permettere lo sparo dei coriandoli. Non lo consentii. Anzi, previdi che, per indicare i posti da assegnare alle trecento persone componenti un labirinto, si impiegasse lo spray usato dagli arbitri per non rovinare l'erba del campo di gioco».

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