Gazzetta di Reggio

Reggio

Reggiolo

Incendiata nella notte l’auto della moglie di Salvatore Muto

Mauro Pinotti
Incendiata nella notte l’auto della moglie di Salvatore Muto

Nel 2021 diedero fuoco all’auto del fratello, avvocato di Aemilia

04 luglio 2024
2 MINUTI DI LETTURA





Reggiolo Un dispetto? Una vendetta? Un’intimidazione? I carabinieri stanno indagando sul rogo doloso che ha distrutto l’auto – una Citroen C3 – di proprietà della moglie del commercialista Salvatore Muto 48 anni, ex consigliere comunale della lista “Ricostruiamo Reggiolo”.

Il fatto è avvenuto intorno alle 3 di mercoledì notte in via Sartoretti. Alcuni residenti, allarmati dal bagliore del fuoco hanno subito allertato il 112.

Sul posto è arrivata una squadra dei vigili del fuoco di Guastalla che ha domato l’incendio oltre ad una pattuglia del Nucleo Radiomobile di Guastalla insieme ai colleghi di Reggiolo. Nessun dubbio sulla natura dolosa dell’incendio. Sulla vicenda i carabinieri della stazione di Reggiolo hanno avviato le indagini, coordinate dalla Procura reggiana, finalizzate ad accertare con chiarezza i fatti verificatisi questa notte.

Se davvero l’atto incendiario era in qualche modo indirizzato a colpire l’ex consigliere comunale, allora non si può non collegare quel che è avvenuto l’altra notte con un altro incendio d’auto, avvenuto tre anni fa, quando l’auto data alle fiamme fu quella del fratello di Salvatore Muto, Pasquale, avvocato penalista che nel maxi processo Aemilia aveva difeso l’imprenditore Giuseppe Iaquinta, padre dell’ex calciatore Vincenzo, campione del mondo nel 2006.

Ad andare distrutta dalle fiamme era stata la Mercedes del legale che però aveva subito escluso che quel rogo avesse in qualche modo a che fare con la sua attività nel processo Aemilia. Per il legale, oltre alla natura accidentale di quell’incendio, potevano esserci altre piste e lo stesso avvocato le aveva indicate ai carabinieri.

Ora toccherà ai carabinieri scoprire gli autori del rogo di via Sartoretti, partendo magari dai rilievi della Scientifica, ad esempio sul liquido infiammabile usato come “accelerante” della combustione che ha praticamente distrutto l’utilitaria.

E magari toccherà sempre ai militari riannodare i fili dei due incendi che – sia pure a distanza di anni – riguardano due fratelli che vivono e lavorano tra Reggiolo e Reggio.