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Femminicidio

Turetta ha ucciso Giulia Cecchettin perché chattava con un reggiano

Ambra Prati
Turetta ha ucciso Giulia Cecchettin perché chattava con un reggiano

Reggio Emilia La rabbia del femminicida prima di uccidere l’ex fidanzata: «Come puoi pensare di frequentare un altro tipo?»

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Reggio Emilia La scoperta di una chat con un ragazzo di Reggio Emilia, la gelosia rabbiosa e la consapevolezza che la ragazza lo stava “cancellando” dalla sua vita. Sarebbe questo il movente del femminicidio più cruento della cronaca recente, quello di Giulia Cecchettin, 22 anni, rapita e uccisa dall’ex fidanzato coetaneo Filippo Turetta. Lo rivela Il Corriere della Sera, sulla scia della trasmissione di Rete4 “Quarto Grado” che ha svelato gli ultimi messaggi dell’omicida al quale viene contestato il reato di stalking, che potrebbe costare a Turetta l’ergastolo. La stessa Giulia lo definiva stalker, «psicopatico»; segno che aveva capito il pericolo.

La studentessa padovana di 22 anni, prossima alla laurea, frequentava la Scuola internazionale di Comics in via Roma, a Reggio: voleva diventare un’illustratrice. Perciò faceva la pendolare nella nostra città; la sorella ha mostrato in televisione i suoi disegni, molti sono stati pubblicati su Instagram e sui social ha riscosso un plauso unanime l’idea di pubblicare un libro. Non solo: il 29 novembre scorso l’edizione 2023 del Reggio Film Festival è stata dedicata alla povera ragazza, prima scomparsa (rapita dall’ex) e poi ritrovata morta l’11 novembre 2023 con 75 coltellate in Austria. I dialoghi via Whatsapp confluiti agli atti sono rivelatori della piega che aveva preso il rapporto.

Il giorno prima del delitto, Giulia e Filippo sono in una pasticceria di Padova. Lui le scatta una foto intorno alle 16.30. Si trovano lì perché lei sta organizzando la festa di laurea. Ma anche Filippo, secondo gli inquirenti, già da giorni sta preparando qualcosa. Tutto inizia martedì 7 novembre, con le prime note vocali inviate da Filippo, che la bersaglia. Giulia è esasperata: «Ti comporti come uno psicopatico. Ogni tanto mi fai paura. Può essere che anche dopo mi vieni a cercare. Ma io voglio poter stare serena. Sai, mi è venuto da pensare: questo è un po’ malato, mi conviene togliergli la buonanotte». La querelle telefonica prosegue tutto il giorno, tra scoppi d’ira, richieste di conciliazioni e scuse di Turetta. La sera, alle 21.51, l’assassino crea sul suo cellulare una nota con un elenco di oggetti e azioni: «Cartina geografica, zaino grande, coltelli, pieno benzina, buste soldi, sacchi immondizia, legare caviglie sotto e sopra le ginocchia, bloccare portiere auto, nastro adesivo». Elementi che supporterebbero la tesi accusatoria della premeditazione.

Mercoledì 8 novembre Turetta si arrabbia perché Giulia, scoprirà, è in contatto con un ragazzo di Reggio Emilia. Non perde tempo. Va su internet e scarica app spia, fa anche delle ricerche su Instagram. Giulia risponde prima con un laconico «Sei malato». Poi sbotta: «Un paio di volte ti sei fatto trovare dove ero io. Mi spii. Ma ci sono cose che voglio tenermi per me». E Turetta: «Io non controllo, volevo solo la buonanotte prima di dormire. Noi ci vogliamo bene, siamo legati, siamo due patatini. Come puoi pensare di iniziare a frequentare un altro tipo, che persona ridicola sei? Rischi di scrivere la buonanotte a un altro. Una cosa violentissima nei miei confronti».