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Il Moro “isola” la prof revisionista. Il dirigente Cenini: «Approfondiremo, ma siamo pronti alle azioni dovute»

Alice Benatti
Il Moro “isola” la prof revisionista. Il dirigente Cenini: «Approfondiremo, ma siamo pronti alle azioni dovute»

Un genitore: «Tutti sapevano, la docente è nota per le sue posizioni discutibili»

07 giugno 2024
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Reggio Emilia «Sto operando i doverosi approfondimenti per accertare quanto accaduto. Se tali gravi negazioni dei valori alla base della scuola italiana saranno confermate, si avvieranno le azioni dovute, nello spirito di tutela dell’istituzione educativa che rappresento. Tanto premesso colgo l’occasione per condannare fermamente il contenuto inaccettabile di tali fogli, ribadendo con chiarezza l’altissimo valore della Resistenza (e del contributo ad essa portato dalle donne), quale elemento fondante della Costituzione e della Repubblica Italiana, riconoscendo altresì l’antifascismo come principio in cui il liceo “Aldo Moro” si riconosce da sempre».

Sono queste le parole scelte dal dirigente scolastico del liceo Moro, Daniele Cenini, per commentare i fatti riportati ieri dalla Gazzetta, che ha ricostruito l’ultima “lezione”, quella di mercoledì, di una professoressa di italiano e latino della scuola nella sua quinta, dove ha distribuito fogli in cui la Resistenza viene definita un’invenzione, così come la partecipazione delle donne alle lotta partigiana, e gli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile sconfessati uno alla volta. Forse, fra tutti, asserire che la distruzione della famiglia sia quanto si voglia realmente ottenere cercando di raggiungere la parità di genere – che, lo ricordiamo, mira all’eliminazione di tutte le forme di violenza nei confronti di donne e ragazze-, è il più pericoloso dei messaggi da veicolare tra giovanissimi alle prese con i primi legami sentimentali. Tra questi, anche che perseguendo l’obiettivo di sconfiggere la povertà si voglia ottenere la dipendenza dall’assistenza sociale.

Da quanto abbiamo appreso inoltre da alcuni genitori del liceo reggiano, quella non sarebbe stata nemmeno l’unica classe in cui la prof, prossima al pensionamento, avrebbe portato e discusso il suo “materiale didattico”.

Uno di loro, che ha chiesto di rimanere anonimo («perché mio figlio dovrà essere scrutinato proprio dalla suddetta docente e non voglio che ci siano ricadute»), ha infatti riportato che gli stessi fogli sono stati distribuiti e spiegati anche a lui e ai suoi compagni. «Non solo – ha aggiunto – ma la professoressa in questione è nota da tempo per le sue posizioni decisamente discutibili, non solo sulla Resistenza e sulla famiglia, ma anche sui vaccini. Diciamo che spesso e volentieri l’insegnamento della letteratura è risultato accessorio rispetto a forme di indottrinamento da lei definito pensiero critico. Tanti docenti del Moro ne erano a conoscenza, compreso il dirigente scolastico, visto che diversi genitori hanno sollevato dubbi e domande sulle scelte didattiche della professoressa, arrivando a chiedere, senza successo, di poter cambiare insegnante».

Dalla loro parte, ieri mattina i docenti hanno subito “isolato” la loro collega di italiano e latino.

«In merito all’inqualificabile episodio di negazionismo storico di cui abbiamo avuto notizia – hanno scritto – prendiamo nettamente le distanze da quanto sostenuto nei volantini diffusi in alcune classi. Tali contenuti offendono nel profondo gli ideali nei quali, da sempre, il liceo “Moro” si è riconosciuto: il rispetto dei principi della Costituzione nata dalla Resistenza, il rispetto per il ruolo delle donne nella Resistenza stessa, cui il liceo “Aldo Moro”, nel tempo, ha dedicato studi e ricerche».

«Inoltre – hanno concluso i professori – ci dissociamo radicalmente anche dalla distorsione con cui sono stati presentati, sempre negli stessi volantini, i punti di Agenda 2030. Esprimiamo rincrescimento, dolore e tristezza per quanto accaduto».