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Siamo entrati nel mondo incantato di Elena Guastalla: la sua casa ora è un museo

Jacopo Della Porta
Siamo entrati nel mondo incantato di Elena Guastalla: la sua casa ora è un museo

L’inaugurazione sabato 18 maggio in via Pieve a Guastalla. L’artista amica di Zavattini è morta nel 2020

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Guastalla Le tele non bastavano alla debordante creatività di Elena Guastalla. Pareti, mobili, sassi, ceramiche, riviste, fogli, persino le buste delle bollette Telecom: non c’era nulla che la pittrice non trasformasse in un’opera d’arte. E la sua vena poetica finiva per inglobare anche gli armadi stradali dove le società di servizi pongono contatori e collegamenti con le utenze.

Entrando nella casa di via Pieve 63, si viene letteralmente sopraffatti da un’esplosione di colori e vitalità. Non c’è un angolo che non parli dell’autrice e della sua venerazione per la natura.

Da domani alle 16 questo scrigno misterioso, posto sulla strada ma celato in gran parte alla vista da lussureggiante vegetazione, si aprirà ai visitatori per volontà dei figli Marialberta e Carlo Spaggiari: una scelta che rappresenta un atto d’amore nei confronti della madre scomparsa nel 2020.
 

L’evento è aperto alla partecipazione di tutti gli amanti dell’arte e della natura. L’accesso al giardino è libero, mentre la visita della casa museo sarà possibile solo su prenotazione (347- 715.4948).

All’esterno si potrà ammirare il grande murale “Paradise”.

La casa museo – essa stessa nel suo complesso un’unica opera d’arte – non sarà solo un’esposizione di dipinti di grandi dimensioni ma anche una piccola grande esperienza sensoriale per conoscere le mille sfumature di Elena Guastalla e l’indomabile forza della natura, protagonista della sua vita di donna e di artista, libera, grintosa e vibrante.

«Il progetto della casa museo – dice la figlia Marialberta – nasce come omaggio alla memoria di una pittrice del Novecento, celebrata da numerosi critici e di cui Cesare Zavattini era un estimatore».

Definire Elena Guastalla naïf rischia di essere riduttivo. «Era dotata di uno stile unico e lontano da ogni regola manieristica e accademica: è conosciuta per il suo cromatismo talvolta surreale e originale. Questa casa-museo vuole essere un percorso che racconta la vita di una donna simbolo di forza e determinazione, un modello che possa ispirare molte altre donne a seguire una strada di libertà, sfuggendo a una vita già programmata. Attraversando le varie stanze, il visitatore entra nella vita di Elena e percepisce l’urgenza dei temi che ci guidano e ci fanno riflettere. Nella “Stanza del Sacro”, San Francesco con un gatto rosa in braccio ci riempie di uno stupore che ci riporta all’infanzia, per poi affrontare i grandi interrogativi di sempre: se un Dio esiste e ci ama o se si è dimenticato di noi. Nella “Stanza delle Favole” impariamo a scoprire le favole della vita, comprendendo che non esistono il bene e il male assoluti, ma solo i loro travestimenti. Ci perdiamo nel bosco lussureggiante di Pinocchio, rimaniamo ipnotizzati dai mille occhi del mantello del pavone e, come Elena, ci trasformiamo da Cenerentola in principessa. La “Stanza dei Sogni” è un luogo per vagare con la mente, creare mondi alternativi da cui trarre energia e danzare».

Di lei Cesare Zavattini ha detto: «È un’artista esuberante, viva, estroversa trasmette questa sua carica nelle opere piene di animazione straordinaria, esaltanti per contenuti e per la forza espressionistica dei colori».

Nella casa-museo c’è un omaggio anche al pittore Ligabue, artista che Elena Guastalla apprezzava e dal quale ha tratto sicuramente ispirazione, sebbene nelle sue rappresentazioni non vi sia quella violenza e disperazione che invece emergono nelle tele del gualtierese.

L’evento è realizzato con il patrocinio del Comune di Guastalla e il sostegno di Smeg.

Il supporto grafico è stato fornito dall’Agenzia Progetto e Comunicazione di Alessandra Bertelli. 


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