Iris a 20 anni lascia Reggio Emilia per l’Estonia: ora lavora con le criptovalute
Si definisce “nomade digitale”. Dopo il diploma al Clerici ha deciso di partire: «Volevo fare esperienza in start-up. Ora posso lavorare da ovunque»
Reggio Emilia «Volevo un lavoro ad alta tecnologia e ad alto tasso di libertà. Quando, a 18 anni, ho detto ai miei genitori che mi trasferivo a Tallinn in Estonia, sono rimasti sbigottiti. Guardandomi intorno (sono tornata in Italia da sei mesi) credo che sia stata la decisione migliore che ho preso». Iris De Meo, reggiana di 20 anni, si definisce «una nomade digitale» che lavora per una società di investimento in criptovalute.
Come le è venuta l’idea?
«Sono sempre stata molto ambiziosa. Non volevo accontentarmi. Dopo essermi diplomata al liceo artistico “Chierici”, anziché andare all’università, volevo fare un’esperienza all’estero: ho scelto Tallinn, la capitale dell’Estonia, proprio con l’idea di fare esperienza nel campo delle start-up».
Perché proprio Tallinn?
«L’Estonia viene chiamata “la Repubblica digitale”: con il più alto numero di start-up pro capite (30 ogni 100mila abitanti, contro le 5 della media europea), è una mecca della tecnologia. Ogni singolo servizio pubblico funziona online. Si dice che solo tre cose non si possono fare online in Estonia: sposarsi, divorziare e vendere o comprare casa. Il mio fidanzato Robert Moffa già investiva in criptovalute; ci siamo trasferiti insieme».
In cosa consiste il lavoro?
«Lavoro per una compagnia che si chiama “Swag your life” (swag indica qualcosa di cool, che ha stile): il senso è “arricchisci la tua vita” tramite opportunità di investimento in criptovalute. Noi offriamo ai clienti di noleggiare dei miners (macchine che con la loro potenza di calcolo estraggono dei bitcoin in una mining farm); un utente può acquistare una frazione di macchina o una macchina intera che “estrae” cioè produce criptovalute».
Usa il termine criptovalute e non bitcoin: perché?
«In realtà bitcoin è un tipo di criptovaluta: la prima e la più conosciuta, a capo della piramide, ma ne esistono tantissime altre più piccole che possono essere più fruttuose».
Di recente si è parlato molto dell’halving: cos’è?
«L’halving è un vero e proprio evento che accade ogni quattro anni: dimezza le ricompense delle estrazioni e quindi dimezza il prezzo della criptovaluta. Il meccanismo, sempre in crescita, a un certo punto dev’essere regolato. L’ultimo halving è stato il 20 aprile scorso. È un periodo movimentato e molto sentito».
Da neofita, ci riprovo: cosa fa in concreto?
«Non diamo consigli finanziari. Cerchiamo di avvicinare le persone (anche anziani) a questo mondo misconosciuto. Con i dovuti controlli, perché chi investe deve fare in prima persona ogni operazione di scambio. Prima di entrare nella nostra piattaforma occorre registrarsi e noi verifichiamo che quel profilo sia l’effettivo utilizzatore. È un mondo dove gira molto denaro e in blockchain (la catena virtuale, ndr) occorre verificare».
Chi investe quanto può guadagnare?
«Non c’è un’unica risposta, dipende da quanto azzarda il singolo e dall’andamento delle cripto. È un algoritmo imprevedibile che può avere forti oscillazioni in base alle notizie di attualità, come avviene in Borsa. Durante il Covid o con guerre in corso il bitcoin scende. Quando Elon Musk ha parlato di una criptovaluta minore, Dogecoin, quest’ultima è schizzata in alto».
Lei cosa consiglierebbe?
«A mio avviso gli investimenti migliori sono quelli a lungo periodo, che sul web vuol dire uno o due anni; il breve termine comporta più rischi. È un campo in continua evoluzione, che cambia rapidamente».
Domanda indiscreta: lei guadagna molto?
«Diciamo come un impiegato. Ma ho tanti benefit: oltre all’asset indispensabile (computer di ultima generazione, tastiera, cuffie), la società organizza eventi aziendali (l’anno scorso siamo andati in crociera, eravamo in 150 dipendenti); ogni anno ci danno frazioni di miner in crescendo; l’assicurazione medica privata è compresa nel contratto a tempo indeterminato. Infine ci propongono contest (una sorta di aggiornamento professionale) interessanti; il prossimo è a novembre a Dubai. Io però ho scelto questo lavoro da remoto per poter coltivare gli altri miei interessi, come i viaggi. Sono residente a Reggio, ma trascorro mesi in giro per il mondo (da gennaio Tenerife, Madrid, Londra, Palma de Maiorca, Grecia). Puoi andare dove vuoi: basta avere una buona connessione. Il che è impagabile».